carlo-alberto-bertelliI quasi 5mila studenti modenesi che attualmente frequentano gli istituti tecnici industriali potranno esercitare la professione di perito industriale con il solo diploma. La nuova legge  (nr. 89 del 26 maggio 2016), che prevede la laurea triennale per l’accesso all’attività, consente agli studenti iscritti fino allo scorso anno scolastico di utilizzare il precedente sistema di iscrizione all’albo. L’obbligo della laurea triennale, infatti, scatta solo per coloro che si sono iscritti nell’anno scolastico iniziato lo scorso settembre.

Una misura che in provincia di Modena riguarda quasi 6mila studenti: tanti sono attualmente gli iscritti agli istituti tecnici industriali. Di questi, oltre 2.400 solo nel capoluogo, distribuiti tra Fermi e Corni.

La nuova legge, richiesta direttamente dagli stessi periti industriali, introduce un grado superiore di qualificazione e professionalità, ma salvaguarda comunque chi già esercitava la professione con il titolo del diploma e adegua la legislazione italiana a quella comunitaria.

“I quasi 5mila studenti di Modena e provincia – dice Alberto Bevini, presidente del Collegio periti industriali di Modena – rappresentano una risorsa importante per il tessuto modenese che, storicamente, ha nel proprio sistema produttivo una quota molto significativa di periti industriali provenienti da istituti come il Corni, il Fermi e gli altri distribuiti nella nostra provincia. La nuova legge prevede quindi un accesso graduale all’obbligo della laurea triennale, tutelando chi ha già compiuto la scelta di accedere ad un istituto tecnico. La laurea triennale, diventa così un ulteriore elemento qualificante e professionalizzante a partire dalle iscrizioni al prossimo anno scolastico”.

Come per gli studenti, la norma prevede che i periti in possesso del diploma e che già esercitano la professione non siano obbligati ad alzare il loro titolo di studio, ma possano farlo in maniera esclusivamente volontaria avvalendosi, se vorranno, dei diversi accordi già siglati tra il Collegio nazionale e gli atenei. Dopo l’approvazione del nuovo provvedimento prosegue infatti il dialogo con la principale rappresentanza del mondo accademico, la Conferenza dei rettori (Crui) e il Consiglio universitario nazionale (Cun), per dare forma alla laurea triennale pensata per l’attività di perito industriale.

“L’idea – spiega Carlo Alberto Bertelli, vice presidente del Collegio con lo specifico incarico di mantenere i rapporti con l’Università – è di dare vita negli atenei a un percorso terziario professionalizzante, di tipo universitario e oggi inesistente: tre anni di università che consentano agli studenti degli istituti tecnici superiori di poter competere sul mercato del lavoro libero professionale attraverso un primo anno prettamente accademico, un secondo di cultura esclusivamente professionale, un terzo anno direttamente nelle aziende o negli studi professionali, inclusivo del tirocinio. In questo modo la laurea avrà anche valore di esame di stato abilitante alla professione”.