ilaria-iacobucciIlaria Iacobucci, giovane scienziata laureata all’Università di Bologna, è stata premiata da ISSNAF, la fondazione che riunisce 4mila scienziati italiani che lavorano in Nord America. È una dei 6 talenti che si sono aggiudicati gli ISSNAF Awards, consegnati ieri all’ambasciata italiana a Washington.

La passione come filo conduttore. «Sapere di fare un lavoro che può aiutare l’aspettativa e la qualità della vita di altre persone, spesso bambini, migliorarle, è un qualcosa che ti appaga tantissimo, che ti fa superare la fatica che a volte il fare ricerca comporta». A dirlo è Ilaria Iacobucci.

Ilaria Iacobucci – nata nel 1980 a Termoli – si è laureata all’Università di Bologna in Biotecnologie Mediche. Ed è proprio durante gli anni di studio, facendo la tesi, che ha conosciuto la realtà dell’Istituto di Ematologia “Seragnoli” e ha intuito quello che avrebbe fatto, dopo, nella vita: combattere le leucemie. Nello stesso ateneo felsineo è poi proseguita la sua carriera universitaria: prima il dottorato di ricerca, poi un assegno di post dottorato fino a diventare, nel 2011, ricercatore universitario nel Dipartimento di Scienze Ematologiche e Oncologiche. Nel 2013 comincia l’avventura in terra americana: prima come visiting scientist e poi come research special follow al Jude Children’s Research Hospital di Memphis, dove lavora tuttora.

L’ospedale di Memphis è infatti «il paradiso per la ricerca. Abbiamo ricercatori di altissimo rilievo e strumenti di altissima tecnologia. Ed è proprio quello che ad un certo punto della mia vita mi ero riproposta: fare un passo avanti nella qualità della mia ricerca». La “base” era quella preparata in Italia. «La preparazione che si dà nel nostro Paese è di grande eccellenza: dal punto di vista scientifico arriviamo preparati a competere in qualsiasi altra parte del mondo. Anche per questo ho voluto mettermi in gioco, provare un’esperienza nuova. E sono riuscita ad entrare in un ospedale dove si curano i bambini, e lo si fa senza costi, cosa quasi unica in America. Un centro di riferimento per tutto quanto è la ricerca sulle leucemie a livello mondiale, che attira ricercatori da tutto il mondo».

La lotta contro le leucemie è in fondo una corsa ad essere sempre più veloci, a trovare terapie adatte per sconfiggere, o quanto meno fermare, un tumore che ancora in molti casi ha una prognosi completamente infausta. Ed è proprio delle forme meno studiate e con percentuali di sopravvivenza ridotte che si occupa Ilaria Iacobucci. Forme di leucemia per le quali fino a qualche anno fa la tecnologia non era in grado di indagare l’alterazione genomica che dà il via al tutto. Ora i tempi sono cambiati e sono stati fatti passi avanti: tanto che Ilaria Iacobucci e il suo gruppo di ricerca riescono anche a riprodurre in  modelli in vitro/in vivo i meccanismi dell’insorgenza di alcune leucemie, nel tentativo così di individuare terapie mirate ed efficaci.

Ma dove si vede la giovane ricercatrice fra qualche anno? «Dove non lo so, ma sicuramente a fare lo stesso tipo di lavoro. E posso scommettere anche con la stessa passione e determinazione di ora. Sapere di poter migliorare la vita degli altri è una soddisfazione che copre tutte le fatiche».