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Il servizio di car sharing entrerà in funzione a gennaio 2017. Nella prima fase vedrà a disposizione dei cittadini una ventina di veicoli elettrici che, in base alla risposta che ci sarà, potranno essere implementati fino a 50. Presso il parcheggio del Parco Ferrari accessibile da via Emilia ovest saranno installate quattro colonnine di ricarica e riservati 14 stalli adiacenti. Altri 14 parcheggi, due per ogni area individuata sul territorio urbano, saranno riservati con opportuna segnaletica ai veicoli elettrici del car sharing: in piazzale Boschetti, in via Berengario, in piazza Dante, in via Nicolò dell’Abate, in via delle Costellazioni, in via Galilei e in corso Canalchiaro.

Lo ha annunciato, facendo riferimento alla delibera di Giunta approvata nei giorni scorsi, l’assessore alla Mobilità del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi in occasione della risposta in Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 20 ottobre, all’interrogazione trasformata in interpellanza sul car sharing di Per me Modena, Sel e Fas – Sinistra Italiana illustrata dal consigliere Marco Chincarini.

L’interrogazione chiedeva in particolare quali sono state le cause del ritardo di tale progetto, quali gli studi che dimostrano il reale beneficio e la reale domanda per un servizio di questo tipo sul territorio, quali dati ci sono per considerare efficace una strategia di car sharing e se si ritiene opportuno il finanziamento previsto dal bando o se questo non sia ritenuto troppo basso e quindi disincentivante per le aziende che operano nel settore.

L’assessore ha ricordato che l’Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile (Aess), di cui il Comune è socio fondatore, ha ottenuto nel 2014 un finanziamento di 50 mila euro per il Progetto europeo Transition Cities che prevede l’avvio di un servizio di veicoli elettrici a uso condiviso rivolto alla collettività e che, al bando pubblicato alla fine dello stesso anno per l’individuazione del soggetto privato, non erano pervenute candidature. L’Aess ha quindi proceduto all’affidamento diretto del servizio in via sperimentale alla società C.S. Group di Livorno. L’azienda ha in seguito siglato con il Comune di Modena un contratto di comodato d’uso gratuito per sei veicoli elettrici (prorogato fino a dicembre 2016) destinati a spostamenti lavorativi di personale dell’Ente.

“La società – ha proseguito Giacobazzi – che ha sviluppato il servizio in diverse città tra cui Roma, Firenze e Milano, sta mettendo a punto il sistema di car sharing per garantirne un funzionamento ottimale. Ha proposto per due volte una rimodulazione del servizio, in entrambi i casi con modifiche ritenute migliorative, ed è stata necessaria una rivalutazione di tutti gli elementi tecnici. C’è voluto tempo, ma in altre realtà ora il servizio funziona bene”.

Con l’attuale soluzione, il Comune si impegna a effettuare la predisposizione delle quattro colonnine di ricarica per un costo pari a 9 mila euro, a esonerare il gestore dal pagamento della Tosap per i posti auto riservati per la durata del servizio (individuata in quattro anni) e a garantire ai veicoli elettrici del car sharing l’accesso e la sosta nella Ztl e la sosta gratuita in deroga al pagamento e ai limiti di tempo in tutte le aree a sosta tariffata. Il servizio, una volta attivo, consentirà di lasciare l’auto anche in una zona differente dal prelievo: il recupero e riposizionamento dei mezzi sarà a cura del gestore.

Simona Arletti del Pd si è detta “particolarmente” soddisfatta: “Già quando ricoprivo il ruolo di assessore in Giunta – ha affermato – si iniziava a ragionare rispetto a come rendere sostenibile questo servizio, la cui prima esperienza non si è conclusa in modo felice. Sono contenta che ora si sia trovata la giusta modalità: cerchiamo di fare in modo che questa volta funzioni”.

Elisabetta Scardozzi del M5s ha voluto portare l’attenzione “sulla necessità di prevedere e mantenere liberi posti auto vicino alle colonnine che saranno realizzate per la ricarica. Spesso infatti – ha evidenziato – si presenta il problema dello spazio che viene occupato da altri mezzi”.

Marco Chincarini di Per me Modena ha lamentato la “mancata risposta dell’assessore su alcuni punti: perché si è scelto di attivare 20 auto? Quali dati abbiamo per considerare se sarà un servizio efficace? Siamo partiti da un bando che chiedeva determinate cose, con un impegno di 50 mila euro, per poi arrivare a un affidamento diretto a questa società che ha sviluppato un progetto differente”.

In chiusura, l’assessore ha ricordato che “il progetto di car sharing nasce da uno studio di fattibilità di Aess, che in sede europea è stato validato con il riconoscimento di un finanziamento di 50 mila euro. Quanto meno – ha aggiunto – vale la pena di sperimentare questo nuovo tipo di modalità”.