carabinieri-manetteDopo l’arresto dei suoi due amici lo scorso 8 ottobre a seguito del massacro del titolare di un kebab di Novellara, era stato arrestato anche lui, un pakistano di 34 anni, accusato del reato di lesioni gravissime aggravate. Aveva evitato il carcere ottenendo i domiciliari da dove però ha continuato a mantenere una condotta delittuosa nei confronti della vittima che avrebbe raggiunto telefonicamente minacciando di sterminargli la famiglia qualora non avesse ritirato la denuncia. Appreso dei gravi fatti i carabinieri della stazione di Novellara hanno immediatamente relazionato la Procura reggiana che ha chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare nei confronti di N.A., che ora è stato condotto in carcere dai carabinieri di Novellara.

I fatti risalgono alle 23.30 del 7 settembre scorso, quando il titolare di un kebab del centro di Novellara, vedendo entrare nel suo locale tre soggetti che in passato avevano offeso e creato disturbo, li aveva invitati a limitarsi a ordinare e mangiare le consumazioni, mantenendo un comportamento di maggior rispetto. Un invito che aveva mandato su tutte le furie il terzetto di pachistani, che per tutta risposta dapprima avevano preso a calci e pugni gli arredi e poi erano passati alle vie di fatte, pestando il titolare del kebab. L’esercente era stato colpito con un bastone preso da una vicina aiuola, a sorreggere una pianta; sotto la gragnuola di colpi, il bastone si era spezzato in quattro parti. La violenza del terzetto non aveva risparmiato un dipendente intervenuto a difesa del titolare, anch’egli colpito con una bastonata alla mano; entrambi erano finiti in ospedale. La presenza di alcuni cittadini, che avevano allertato le forze dell’ordine e i soccorsi, induceva i tre a darsi alla fuga. Nell’immediatezza dei fatti i carabinieri della stazione di Novellara avevano arrestato due cittadini pachistani, A.G. 53enne e W.S. 27enne, avviando le indagini per rintracciare il terzo responsabile allontanatosi, in seguito identificato e denunciato in stato di libertà. Quest’ultimo terzo aggressore, N.A., lo scorso 8 ottobre era stato raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare emesso dal Tribunale di Reggio Emilia su richiesta della Procura ed eseguito dai militari, che avevano condotto il 34enne in regime di arresti domiciliari. Ora l’aggravamento della misura che hanno visto i carabinieri condurre in carcere a seguito delle gravi minacce di morte che dai domiciliari al telefono il 34enne ha rivolto nei confronti del titolare del kebab.