clochardAttività di monitoraggio costante con uscite serali nei luoghi più frequentati dai senza fissa dimora; ospitalità a Porta Aperta, nelle parrocchie disponibili e nei luoghi individuati dai Servizi sociali nei casi in cui le condizioni di salute lo richiedano; infine, un piano di accoglienza straordinaria se le temperature diventassero particolarmente rigide.

Con l’arrivo della stagione fredda è entrato in funzione a Modena, già da diversi giorni, il progetto di Accoglienza invernale per persone in difficoltà, che rimarrà in vigore fino al 31 marzo. Destinatari sono i cittadini, italiani e stranieri, che non hanno un’idonea collocazione, con particolare attenzione a quanti hanno patologie sanitarie stabilizzate o legate alla rigidità della temperatura.

Quattro le aree di lavoro su cui si articola il Progetto attivato da Comune e Aziende sanitarie locali insieme a Arcidiocesi e associazioni di volontariato.

Innanzitutto, il monitoraggio attraverso le uscite serali e l’accesso agli sportelli dei servizi socio-assistenziali volti a raccogliere segnalazioni e fornire informazioni. In secondo luogo, l’accoglienza notturna per persone con fragilità sanitarie o convalescenti, in strutture socio assistenziali e nelle parrocchie disponibili. La strutturazione di servizi di risposta ai bisogni primari e, infine, la programmazione di azioni volte all’accompagnamento e alla presa in carico delle persone senza fissa dimora che inte4ndano abbandonare la strada ed emanciparsi da tale condizione.

“Se infatti già gli scorsi anni – spiega l’assessora al Welfare Giuliana Urbelli – l’obiettivo che ci eravamo dati era di uscire dalla logica dell’emergenza per andare alla creazione di una rete permanente in cui giocassero un ruolo di primo piano tutte le componenti del Terzo settore coinvolte nell’assistenza, ora vorremo compiere un ulteriore passo avanti: fare dell’emergenza freddo un’occasione per approfondire la conoscenza del fenomeno della povertà estrema e attivare progetti di più ampio respiro a sostegno del rispetto della dignità di queste persone, della coesione sociale e del decoro della città. La partecipazione a un bando regionale, con nuove idee progettuali – conclude Urbelli – consentirà di attingere a fondi ministeriali dedicati e di sperimentare servizi innovativi con il coordinamento della Regione Emilia-Romagna”.

GIÀ INIZIATE LE USCITE SERALI DEI VOLONTARI

L’attività di monitoraggio prevista dal Piano di accoglienza invernale e affidata ai volontari delle associazioni Croce Blu, gruppo comunale di Protezione civile, Croce Rossa Italiana, Agesci, Fratres Mutinae, Vivere sicuri, Avs Modena, Associazione Porta aperta.

Le uscite serali si svolgono indicativamente dalle 22 a oltre la mezzanotte prevalentemente nelle zone della stazione ferroviaria, di San Cataldo e in alcune aree del centro storico. Le uscite sono iniziate dai primi del mese di novembre e continueranno per tutto l’inverno, finalizzate a intercettare bisogni e situazioni d’emergenza.

I volontari distribuiscono generi di conforto come alimenti, bevande calde e coperte e al tempo stesso offrono occasioni di ascolto e dialogo con i senza fissa dimora per promuovere la volontà di uscire da questa condizione, la fiducia in se stessi, il desiderio di partecipare alla vita sociale.

Per approfondire la conoscenza del fenomeno della povertà estrema e arrivare a individuare e attivare progetti innovativi rivolti a questo target di popolazione, dopo un iniziale corso di formazione rivolto a i volontari, nel corso dell’intero periodo invernale saranno sviluppate azioni di supporto, un coordinamento interno e si svolgeranno incontri periodici con il gruppo di progetto a integrazione socio-sanitaria a cui fa capo il Progetto Accoglienza invernale.

 

ACCOGLIENZA NELLE STRUTTURE E ASSISTENZA

Il piano di Accoglienza invernale per persone in difficoltà prevede, in particolare, che le persone con patologie sanitarie stabilizzate che necessitano per la guarigione, non del ricovero ospedaliero ma di un periodo di accoglienza temporanea, siano ospitate presso diverse strutture ricettive che collaborano con l’Amministrazione comunale, anche per evitare accessi impropri alle strutture sanitarie.

L’accesso ai servizi socio-assistenziali avviene attraverso gli sportelli di accoglienza e raccolta delle segnalazioni. I cittadini residenti possono rivolgersi ai Poli sociali di residenza, negli orari di apertura (tutte le mattine, tranne il martedì, dalle 8.30 alle 13; lunedì e giovedì dalle 14.30 alle 18). La prima accoglienza per i cittadini italiani non residenti avviene agli sportelli del Centro d’Ascolto della Caritas diocesana in via dei Servi 13 (lunedì e mercoledì 9-13; giovedì e venerdì su appuntamento tel. 059 212202). Infine, i cittadini stranieri non residenti possono rivolgersi al Centro Stranieri del Comune, in viale Monte Kosica 56, dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30. Dopo i primi colloqui e la raccolta della documentazione individuale, gli operatori valuteranno le situazioni problematiche e la  collocazione temporanea.

All’interno della rete dei soggetti che accolgono vi è la struttura gestita dall’associazione Porta Aperta, dotata di vari servizi: struttura residenziale maschile, mensa, docce e ambulatorio medico. L’ingresso avviene su segnalazione dei Servizi sociali a seguito della certificazione sanitaria dei medici di Medicina generale, dei medici dell’ambulatorio gestito dall’associazione Porta Aperta  e dei  Pronti Soccorsi, che specificano anche i tempi necessari per la convalescenza. Gli operatori del Comune, reperibili dalle 8 alle 22, raccoglieranno quindi la documentazione sanitaria, verificheranno l’assenza di risorse personali e programmeranno l’accoglienza nella struttura più adeguata

Il pernottamento nelle parrocchie che mettono a disposizione locali e volontari si attiva prevalentemente per ospitalità prolungata. L’accoglienza riguarda le ore notturne e l’eventuale colazione; gli utenti vengono inseriti dal Centro d’ascolto diocesano.

Infine, scatta l’accoglienza straordinaria in momenti di particolare gravità in cui, a causa di temperature particolarmente rigide o di forti nevicate, occorra dare riparo a numeri consistenti di persone che vivono in luoghi non adeguati. Le persone  potranno essere ospitate in polisportive o parrocchie attivate come centri d’accoglienza temporanei con ordinanza. L’accoglienza si svolgerà nelle ore notturne e sarà coordinata dal gruppo comunale di Protezione civile, coadiuvato dai volontari delle altre associazioni. In tutti i casi, l’inserimento di ospiti è disposto dall’assessorato.