La giunta comunale ha approvato oggi una delibera che esclude dalla possibilità di essere edificati sotto la vigenza dell’attuale Piano Operativo Comunale (Poc), oltre 70 ettari di terreni destinati a nuove costruzioni dal Piano regolatore del 2001 (pari a 500 alloggi). Tale deliberazione, che sancisce il decadimento dei diritti edificatori da parte degli aventi diritto, è coerente e arricchisce ulteriormente il risultato ottenuto circa un anno fa con la prima Variante ‘in riduzione’, che portò alla riconversione di 136 ettari di suolo edificabile (pari a 630 nuovi alloggi) in agricolo.

“Questo importante passaggio integra le politiche innovative di rigenerazione urbana e di tutela del territorio messe in campo dall’Amministrazione comunale – commenta l’assessore Alex Pratissoli, che ha presentato la delibera – e rafforza le scelte sulla riduzione del consumo di suolo come primario incentivo alle azioni di rigenerazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, su cui vogliamo si concentrino le future opportunità per l’attività edilizia”.

ANTEFATTO – Al fine di gestire la fase transitoria dal vecchio Prg al nuovo Psc, l’attuale Piano strutturale comunale consentiva ad alcuni Piani urbanistici attuativi (Pua) derivanti dal Prg 2001 ancora in corso di istruttoria o approvati e non stipulati, di completare l’iter ed essere definitivamente convenzionati entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del primo Poc, ovvero entro la fine di aprile 2016.

OGGI – Con la delibera di giunta approvata oggi, si prende atto che, entro il termine previsto, 10 Piani – per un totale di 70 ettari, a differente destinazione: residenziale, terziaria e produttiva – non sono stati stipulati e, contestualmente, tali lotti vengono pertanto esclusi dalla ‘possibilità di procedere’, cioè di essere edificati, sotto la vigenza del Poc attuale, in vigore fino al 2019.

 

“Le politiche messe in campo dall’Amministrazione comunale in questi due anni – spiega l’assessore Pratissoli – sono finalizzate a ridurre il consumo di suolo e favorire la rigenerazione della città attraverso azioni concrete a sostegno del recupero e della qualificazione del patrimonio immobiliare esistente, rispetto a interventi di nuova costruzione in territorio agricolo. Chiaro che, per invertire una tendenza consolidata negli anni che ha favorito la nuova costruzione, è necessario costruire dapprima un quadro di scelte normative e modifiche agli strumenti urbanistici ed attuativi come premessa strutturale alle politiche sulla rigenerazione urbana. Per fare questo siamo partiti realizzando la prima Variante in riduzione e la nuova delibera approvata oggi permette di alleggerire ulteriormente l’attuazione dell’eredità di previsioni urbanistiche figlie di scelte che risalgono a 30 e 20 anni fa e che, pur non essendo più attuali in termini di opportunità per la città, irrigidiscono i gradi di libertà coi quali possiamo progettare la rigenerazione della nostra città”.

Inoltre, in tema di norme e incentivi per favorire la rigenerazione rispetto alla nuova costruzione, aggiunge l’assessore, “si sono semplificate le procedure per il recupero dell’esistente e si è incentivato economicamente il riuso, dimezzando il valore degli oneri di urbanizzazione. Infine si è consegnato all’agricoltura, con l’ultima variante al Rue approvata in giugno, lo spazio che merita nelle politiche di sviluppo e nei piani di utilizzo del territorio, che devono occuparsi anche di aziende agricole, terreni coltivati e sovranità alimentare.

“Vi sono oggi – conclude Pratissoli – tutte le condizioni per investire fortemente sulla nascita di un’industria locale del riuso, accompagnando il settore delle costruzioni nella sua prima grande rivoluzione industriale”.

 

LE VARIANTI PRECEDENTI: IL PUNTO – La delibera approvata dalla giunta comunale si pone dunque in continuità con gli atti precedenti in materia urbanistica, finalizzati a promuovere i processi di rigenerazione, sostenendo concretamente un’idea di città in grado di crescere rigenerandosi all’interno dei propri confini del costruito, e che hanno comportato:

·         la cancellazione di 136 ettari di aree potenzialmente urbanizzabili in territorio agricolo pari al 30% delle nuove previsioni residenziali del Psc con una dimensione equivalente ad oltre 630 alloggi (Variante in riduzione);

·         la semplificazione delle procedure di recupero degli edifici esistenti e l’introduzione del concetto di riuso temporaneo dei luoghi abbandonati (cosiddetta Variante sul riuso);

·         l’introduzione di incentivi economici significativi per chi ristruttura una abitazione, un negozio o un capannone, che ha comportato una riduzione del 50% degli oneri e del 65% del costo di monetizzazione dei parcheggi pubblici per tutte le ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie onerose, con risparmi superiori, nel caso ad esempio della residenza, a 10.500 euro per 100 metro quadrato rispetto alla nuova costruzione;

·         la semplificazione delle procedure per sostenere e promuovere il lavoro degli agricoltori in territorio rurale (Variante per il suolo agricolo);

·         nuove norme per il Centro storico, con particolare attenzione agli investimenti sulla qualità urbana, ad incentivare l’uso residenziale e favorire la nascita di nuove attività commerciali e di servizio alla persona e alle imprese.