Il mercato del lavoro in Emilia-Romagna, sulla base degli ultimi dati Istat (presenati a dicembre), registra un lievissimo miglioramento: scende infatti la disoccupazione nei primi 9 mesi del 2016  al 7,1%, rispetto al 7,5% registrato a luglio e a fronte del  9% del gennaio 2015. L’occupazione segna un +2,5% su scala  trimestrale  (il terzo dell’anno)  rispetto allo stesso periodo del 2015: pari a 1.973.959, ovvero: 47.280 unità in più. E tiene anche l’occupazione femminile in regione, se si pensa che  nel terzo trimestre 2008, in  avvio della crisi internazionale, le donne che avevano un impiego erano 852mila, mentre oggi sono 888mila, 36mila in più.

Rimane comunque alta la platea delle persone che cercano lavoro: sono 127,8mila nel terzo trimestre 2016 , pur in calo (dell’ 8,2%) rispetto al terzo trimestre 2015.

“Il quadro di fondo può indurre ad un tiepido ottimismo , e come sindacato che ha partecipato alla costituzione della  rete nata con il Patto per il Lavoro che unisce imprese, sindacati, enti locali, università e terzo settore possiamo dire di aver fatto la nostra parte per costruire le basi di promozione dello sviluppo economico, sostegno alle imprese, lotta alle crisi aziendali e nuova occupazione. Ma nella fotografia scattata dall’Istat esistono comunque note dolenti.  In gran parte, si tratta di occupazione non a tempo indeterminato e nel computo dei lavoratori sono inserite anche le persone che sono “assoldate” a voucher. Inoltre , in Emilia-Romagna sono ancora alle stelle le autorizzazioni per la cassa integrazione”: puntualizza Tullia Bevilacqua , segretario generale dell’ Ugl dell’Emilia-Romagna.

Ed in effetti, secondo i dati diffusi  dall’Ufficio statistica del Comune di Bologna, città che bene rispecchia l’andamento regionale, la cassa integrazione aumenta del 10% ad ottobre 2016 rispetto a ottobre 2015 e segna un + 0,77% nei primi 10 mesi dell’anno rispetto ad un -13,92% registrato a livello nazionale.

E mentre la cassa integrazione vola, e l’anno scorso nei primi 9  mesi dell’anno i posti fissi erano aumentati di 40.160 unità in Emilia-Romagna complice anche il taglio degli sgravi contributivi previsti dal Jobs Act, stavolta l’aumento è stato molto più risicato: tra assunzioni, cessazioni e trasformazioni, il saldo è positivo ma solo di 2.766 unità. E adesso le imprese non potranno più godere delle agevolazioni del Jobs act.

Al contrario, non conoscono crisi  i voucher: ne sono stati emessi 13,6 milioni, il 33,6% in più dell’anno scorso. L’Emilia Romagna è la terza Regione più «voucherizzata » d’Italia.

“Come sindacato a livello regionale e nazionale abbiamo denunciato l’abuso di questo strumento. Si calcola che i lavoratori che prestano opera con i voucher in Emilia-Romagna siano almeno 162.000, un popolo di precari, soprattutto giovani, donne e migranti che sono costretti a lavorare per 7,5 euro netti (10 euro lordi) all’ora, ma senza alcuna tutela o diritti, come: la malattia, la disoccupazione, le ferie etc. Una prassi che ci ha visto in pressing sul governo per modificare il sistema. Richiesta in parte accoltaa  settembre con la modifica delle modalità di comunicazion e l’introduzione di un regime sanzionatorio in relazione alle violazioni. Non basta … e continueremo la nostra lotta per far sì che vengano smascherati gli abusi e sanzionati i datori di lavoro che speculano su chi ha più bisogno, ovvero: giovani che si affacciano  per la prima volta al mercato del lavoro e disoccupati, soprattutto”: conclude il segretario generale del sindacato Ugl dell’Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.