Sequestrati generi alimentari e capi di abbigliamento, individuati due lavoratori in nero ed elevate sanzioni complessivamente per quasi 6 mila euro. È il bilancio di una mattinata di controlli anticontraffazione effettuati dalla Polizia municipale di Modena in esercizi commerciali e su aree pubbliche.

Per contrastare la vendita di prodotti contraffatti, il Nucleo di Polizia commerciale, in collaborazione con personale del Quartiere Centro storico svolge periodicamente servizi di controllo e un’attività di controllo e prevenzione frodi.

In particolare, nella mattinata martedì 7 febbraio le verifiche della Municipale si sono concentrate in zona Tempio e in piazzale 1° Maggio. In un negozio di vicinato in viale Vittorio Emanuele gli agenti hanno riscontrato diverse irregolarità: i prezzi della merce in vendita non erano esposti correttamente, la vendita era esercitata su area pubblica senza la concessione per l’occupazione del suolo e alcuni generi alimentari, frutta e verdura, erano stati sistemati a terra. Inoltre, due delle tre persone che lavoravano nel negozio hanno dichiarato di non aver alcun contratto di lavoro con la ditta. Per questi è scattata l’immediata segnalazione all’Ispettorato del lavoro, mentre per le altre violazioni al titolare, un uomo originario del Bangladesh, sono state elevate sanzioni per complessivi 1288 euro.

Successivamente, in un esercizio commerciale situato in una laterale di viale Reiter gli operatori della Municipale hanno accertato che parte degli alimenti in vendita era priva di qualsiasi indicazione indispensabile al fine di garantire la rintracciabilità e prevista dalle norme di legge. Oltre un’ottantina di prodotti, tra riso e farine, sono stati sequestrati e al titolare è stata contestata una sanzione di oltre 3mila euro.

Infine, i controlli si sono spostati sul commercio svolto in area pubblica in zona Stazione Autocorriere, dove gli agenti hanno sequestrato 52 capi d’abbigliamento privi di etichettatura. Alla concessionaria del banco, una ragazza di origine cinese, è stata comminata una sanzione da 1032 euro; mentre giacche, pantaloni e vestitini sono stati sigillati in contenitori in attesa delle determinazioni della Camera di Commercio competente, ai fini della confisca e distruzione delle merci.