La devastazione gratuita e il caos che ha travolto l’Università di Bologna ha sensibilmente scosso i vertici di Confimi Emilia, associazione che, con l’Ateneo, vanta una sincera amicizia dalle radici profonde. Le immagini divulgate dai media hanno fatto riflettere a fondo il consiglio direttivo di Confimi, che ha commentato i fatti con questa lettera ai media scritta da Giovanni Gorzanelli, presidente di Confimi Emilia. 

“Le immagini che tutti voi avete visto al telegiornale devono farci riflettere: l’Università di Bologna è patrimonio nazionale; anche grazie a questo Ateneo le nostre imprese sono riuscite a raggiungere livelli di innovazione che ci hanno permesso di gareggiare a testa alta con le grandi potenze di tutto il mondo.

L’università di Bologna non necessita di presentazioni, la più antica al mondo ed anche, lasciatemelo dire da ex studente, la più gloriosa. La continua innovazione, le profonde trasformazioni che tale Ente ha subito nella sua storia sono sempre state fondamentali per l’ammodernamento del nostro Paese. Questo percorso passa anche attraverso semplici organizzazioni e gestioni interne come la definizione degli spazi dedicati allo studio o alle strutture delle biblioteche. Queste banali regole non restringono il diritto allo studio, anzi, aumentano le potenzialità, soprattutto per chi ne desidera averne reale accesso.È evidente che l’atteggiamento di chi protesta ha il solo fine politico di contrapposizione alle istituzioni, come del resto ribadito da uno dei leader di questi presunti gruppi di attivisti. È con rammarico che a difesa del Rettore non siano entrati in campo altre associazioni imprenditoriali, la stessa Camera di Commercio, completamente assente, ed è invece sorprendente che in tale dibattito intervengano sindacati, giornalisti e addirittura band musicali in cerca di sola pubblicità, nulla d’altro.

A mio modo di vedere è sconcertante come la CGIL anziché difendere il ruolo e il lavoro dei bibliotecari e delle forze dell’ordine, si limiti a criticare senza fornire soluzioni di fatto, addirittura arrivando a proporre la chiusura temporanea delle strutture. Altro che diritto allo studio! Differente è stato l’atteggiamento del Presidente Bonaccini pronto a difendere l’Ateneo e sempre in prima linea nella gestione dei problemi reali.

È fondamentale che il mondo del lavoro, le associazioni di categoria ed il tessuto imprenditoriale emiliano scenda in campo a difesa di chi intende studiare, in questa battaglia la politica deve rimanere fuori. Servono regole a tutela degli studenti dettate solamente dal buonsenso. Tutto il resto è solo confusione utile solo a chi privilegia il caos al ‘fare costruttivo’”.