I contratti a tempo indeterminato sono stati nel 2016 763.000 in meno del 2015, con un crollo del 37,6%. Lo si legge nell’Osservatorio Inps sul precariato in cui si spiega che la riduzione segue il “forte incremento registrato nel 2015, anno in cui si poteva beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per tre anni”.
Ce ne ha parlato Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti: “Sempre l’Inps comunica che nel gennaio 2017 le vendite dei voucher, pari a 8,9 milioni (valore nominale di 10 euro) si sono stabilizzate su livelli analoghi a quelli di gennaio 2016 (8,5 milioni), “con un modesto incremento” del 3,9%”. L’Istituto di previdenza spiega che “la forte flessione nella crescita, sempre più marcata a partire da ottobre 2016, può riflettere anche gli effetti del decreto legislativo con cui sono stati introdotti obblighi di comunicazione preventiva in merito all’orario di svolgimento della prestazione lavorativa”. L’Italia -ha detto il premier Paolo Gentiloni commentando i molti dati macro diffusi in questo periodo – “mostra perduranti difficoltà economiche” ma anche “segnali positive molto incoraggianti”: ci sono “dati straordinari su commercio, risultati molto importanti sull’evasione fiscale e dati contradditori su lavoro, fondamentalmente positivi quelli resi noti oggi”.I dati diffusi dall’Inps “confermano che gli interventi di questi ultimi anni hanno determinato un miglioramento complessivo del mercato del lavoro”. “I contratti a tempo indeterminato hanno continuato a crescere anche nel 2016 pur se, come era prevedibile, ad un ritmo inferiore” rispetto al “vero e proprio boom 2015”. Sommando “il saldo positivo del 2016 a quello del 2015, si registra un incremento di poco più di 1 milione di contratti a tempo indeterminato, a conferma della crescita del lavoro stabile”