Il Pil italiano ha registrato nel 2016 un aumento dello 0,9%. Lo comunica l’Istat, segnalando una leggera accelerazione rispetto al 2015, anno in cui l’economia è cresciuta ad un ritmo dello 0,8% (dato rivisto al rialzo dalla precedente stima di +0,7%). Lo 0,9% è superiore alle stime del governo che nel Documento programmatico di bilancio indicava una crescita dello 0,8%.
Nel 2016 il Pil italiano è risalito in volume appena al di sopra del livello registrato nel 2000. Lo rileva l’Istat in base alle nuove stime sull’andamento dell’economia nell’anno passato.
Il rapporto deficit/Pil si è attestato nel 2016 al 2,4%, a fronte del 2,7% del 2015. Lo rende noto l’Istat nel comunicato con le nuove stime su prodotto interno lordo e indebitamento. Il dato è in linea con le stime del governo contenute nel Documento programmatico di bilancio dello scorso autunno.

L’avanzo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari nel 2016 all’1,5% (1,4% nel 2015).
L’Istat ha rivisto al rialzo la stima sul Pil del 2015, portandola a +0,8% dal +0,7% calcolato in precedenza. In base alle ultime rilevazioni, a cambiare è anche il dato sul deficit dello stesso anno: in rapporto al Pil, l’indebitamento peggiora a 2,7% contro il 2,6% stimato a settembre 2016.
Nel 2016 la pressione fiscale è scesa in Italia al 42,9% del Pil, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto al 43,3% dell’anno precedente. Lo si evince dalle stime dell’Istat sull’andamento dell’economia italiana.
Ce ne ha parlato Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti: “ Nel 2016 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti in Italia è cresciuta in volume dell’1,3%, in rallentamento rispetto al +1,5% del 2015. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che i consumi di beni sono aumentati dell’1,8%, quella di servizi dell’1%. Gli aumenti più accentuati, in volume, riguardano la spesa per trasporti (5,3%), per alberghi e ristoranti (2,9%), per abitazione (1,3%) e per ricreazione e cultura (1,2%); la diminuzione più accentuata riguarda la spesa per beni e servizi vari (-0,9%). La spesa delle Amministrazioni pubbliche ha registrato un aumento dello 0,6%, mentre quella delle Istituzioni sociali private (Isp) è cresciuta del 2,2%. Gli investimenti fissi lordi sono risultati la componente più dinamica della domanda, con un incremento del 2,9%, superiore a quello del 2015 (1,6%). In aumento gli investimenti in mezzi di trasporto (27,3%), macchinari e attrezzature (3,9%) e costruzioni (1,1%), mentre i prodotti della proprietà intellettuale sono scesi (-1,3%). L’export è aumentato del 2,4%, le importazioni del 2,9%”.

Padoan, crescita ancora lenta, più riforme – “Crescita ancora troppo lenta, come prima della crisi. Per creare occupazione e benessere dobbiamo liberare energie realizzando riforme”. Lo afferma il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, commentando su Twitter i dati Istat sul Pil. “Tornare a crescere e aggiustare i conti: non è facile ma Istat conferma che stiamo ottenendo entrambi i risultati”, prosegue. Quanto alla pressione fiscale, “in tre anni scende di 1,3 punti di Pil”.  Padoan ricorda che nel 2013 la pressione fiscale era al 43,6% mentre oggi si attesta al 42,3% per il 2016 con la riclassificazione degli 80 euro.