In merito agli articoli di stampa usciti negli ultimi giorni sul programma di finanziamento europeo Horizon 2020 e il sistema di bike sharing di cui la giunta comunale ha licenziato gli indirizzi la settimana scorsa, l’amministrazione comunale tiene a precisare quanto segue.

La proposta SmartFAB presentata nell’ambito del bando Città e Comunità Smart del Programma europeo Horizon 2020 e il bike sharing sono due argomenti completamente diversi che nulla hanno a che fare l’uno con l’altro: il bando europeo finanzia infatti esclusivamente progetti di ricerca in ambito smart city e sperimentazioni altamente innovative non ancora sul mercato. La proposta prevede anche di finanziare progetti di integrazione tra il futuro sistema innovativo di ricarica elettrica di mezzi di trasporto (auto e bici, per esempio) e le infrastrutture energetiche già esistenti con l’obiettivo di rendere più efficienti la generazione, la distribuzione e il consumo di energia. Il bando europeo quindi non finanzia sistemi in esercizio, non finanzia stazioni di ricarica, non finanzia stazioni di accumulo, non finanzia i mezzi di trasporto. Quando invece un Comune deve investire per un servizio, come nel caso del bike sharing innovativo, deve rispettare il Codice degli Appalti: nulla toglie a qualsiasi azienda che ritenga di essere in grado di soddisfare i requisiti richiesti di partecipare alla futura competizione. La delibera licenziata dalla giunta, che sarà discussa e approvata in Consiglio comunale, contiene le linee di indirizzo che l’Agenzia SRM utilizzerà per la competizione. Il progetto per il bando europeo, se approvato, terrà ovviamente conto anche dei sistemi di mobilità in essere o in fase di predisposizione in città, come il bike sharing.

Il Comune di Bologna ha iniziato l’attività di progettazione per partecipare al programma Horizon 2020 con la proposta SmartFAB nel gennaio del 2016 e riunisce i seguenti partner: Università di Bologna, Climate-Kic, Aster, Enel Distribuzione, Engineering, Gruppo Hera, Azienda Ospedaliera Sant’Orsola-Malpighi, Wayelog. Quest’ultima è una startup coinvolta perché in grado di proporre una sperimentazione che rispondesse ai requisiti del bando, e dunque partecipa non in qualità di fornitore di servizi del Comune di Bologna ma come partner di un progetto complessivo che conta 36 soggetti, a cominciare dalle città di Friburgo e Aalborg che a livello europeo detengono il primato quanto a soluzioni energetiche all’avanguardia. In caso di approvazione, il progetto si svilupperà in un arco temporale di cinque anni, non sono previsti accordi che prevedano una successiva gestione decennale del sistema da parte della startup coinvolta. Inoltre la parte di responsabilità di Wayelog nel progetto riguarda solo la sperimentazione di singole stazioni di ricarica connesse ad altri sistemi energetici smart nel triangolo di territorio coinvolto dal progetto e cioè compreso tra l’area Corticella, il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi e il Campus Terracini.

In questo momento il progetto SmartFAB si trova nella fase di valutazione dei progetti presentati nell’ambito del bando Horizon 2020. Come accade ogni volta che si partecipa a programmi di finanziamento europei, i dettagli della proposta presentata devono rispettare i vincoli di riservatezza, soprattutto quando si affrontano le fasi legate alla valutazione dei progetti. Il Comune di Bologna pertanto valuterà come tutelarsi dall’eventuale danno legato alla diffusione di alcuni dati riservati del progetto.