Un aspetto interessante è legato alle abitudini alimentari dei più piccoli.  CLAI ed Euromedia Research sono andati ad indagare le abitudini delle famiglie italiane al momento di scegliere la merenda da dare ai propri bambini. Il dato interessante è che c’è una tradizione che non sembra essere mai passata di moda, il 79,2% delle famiglie intervistate ancora oggi preferisce dare per merenda ai propri figli un panino al salame. Solo l’11,6% degli intervistati dichiara, infatti, di scegliere le merendine confezionate al momento della merenda.

Questa è la prima evidenza che emerge dalla ricerca svolta dalla cooperativa agricola imolese CLAI, insieme all’istituto di ricerca Euromedia Research guidato da Alessandra Ghisleri.

Non è la crisi a determinare queste scelte ma una maggiore consapevolezza degli italiani del cibo che vogliono consumare. Si punta sulla qualità, una qualità che non si limita solo alla bontà e alla genuinità, ma significa anche garanzia di sicurezza, salubrità e origine.

Secondo gli italiani qual è il salume per eccellenza? 43 italiani su 100 non hanno dubbi e la prima cosa che pensano quando si parla di salumi è il salame, seguito dal prosciutto crudo (29,3%), dal prosciutto cotto (9%), dalla mortadella (6,7%), dalla bresaola (2,8%) e, a seguire, sotto il 2%, speck, salsiccia, pancetta e culatello.

Sull’origine l’indagine ha confermato che ben l’89,5% considera determinante nella scelta del salame il Made in Italy, quasi 9 su 10 degli intervistati. Inoltre per avere la certezza della provenienza completamente italiana delle carni il 39,7% sarebbe disposto a spendere fino al 5% in più, mentre il 31,4%si dichiara disposto a spendere dal 5 al 20% in più.

Per quanto riguarda i consumi, gli italiani mangiano il salame, in media una o due volte la settimana (il 35,8% degli intervistati) principalmente come aperitivo e antipasto (32%) oppure come secondo piatto (28,6%), abitudine diffusa soprattutto nel centro Italia e tra le fasce d’età più giovani.

Il dettaglio che accomuna la scelta dei consumatori è la bontà del salame, il 57,7% dichiara di scegliere il salame perché è buono e perché ha un gusto unico (18,3%).

“Non tutti i salami sono rigorosamente italiani al 100 per cento – spiega Giovanni Bettini, Presidente di CLAI – Noi di CLAI possiamo garantire che i nostri salami provengono da una filiera, grazie anche ai nostri soci allevatori,  controllata dai campi alla tavola. Ogni salame è prodotto esclusivamente con carni di suini pesanti italiani, nati, allevati e lavorati in Italia, secondo i parametri più rigidi applicati per le DOP prosciutto di Parma e San Daniele: una scelta produttiva sull’intera gamma di salami che è una vera rarità nel settore industriale dei salumi. Una scelta che guarda avanti, per offrire ad un consumatore sempre più attento al benessere e alla sostenibilità garanzie in relazione alle modalità di allevamento, di alimentazione e di provenienza dell’animale. Un passo avanti nell’eccellenza del Salame made in Italy che siamo certi sarà apprezzata in Europa e nel mondo”.

 

*Fonti della ricerca di Euromedia Research

Il Campione: la ricerca è stata svolta su un campione di 800 unità che è stato determinato attraverso una stratificazione proporzionale multipla, basta sui caratteri di sesso, età e area di residenza. I dati relativi alle ampiezze assolute e percentuali delle caratteristiche sopra citate provengono dai dati ISTAT relativi all’anno 2015.

Universo di riferimento: L’universo di riferimento è sempre determinato a partire dalle cifre della popolazione assoluta (provincia per provincia) su cui si effettua la determinazione percentuale della popolazione da 18 anni in su ed in seguito si incrocia con le caratteristiche di sesso e fascia di età (popolazione adulta 50.699.447).