Prestigioso riconoscimento internazionale consegnato al Cancer Metastasis di San Francisco, tra i più autorevoli appuntamenti americani dedicati alla medicina oncologica, al Dottor Corrado Campisi, specialista in Microchirugia dei vasi linfatici di Salus Hospital, ospedale di Alta Specialità GVM Care & Research a Reggio Emilia.

Il premio arriva a coronamento del lavoro di studio ed approfondimento svolto dal Dottor Campisi sui trattamenti – tra cui, appunto, la microchirugia linfatico-venosa – applicati alla gestione e cura delle complicanze che possono insorgere, a livello del sistema linfatico, a seguito di chirurgia oncologica. “In particolare – spiega il dottor Corrado Campisi – dopo l’asportazione, più o meno estesa, dei linfonodi per patologie neoplastiche importanti quali il melanoma, il tumore dell’utero (linfonodi pelvici) o il carcinoma mammario (linfonodi dell’ascella)”.

Il simposio di San Francisco è un meeting di riferimento per l’attività dei migliori professionisti e dei più accreditati ricercatori provenienti da tutto il mondo. Figure professionali di altissimo livello impegnate, a vario titolo, nella medicina oncologica.

“Il riconoscimento che mi è stato attribuito –precisa il dottore – muove dall’apprezzamento e dalla valutazione, molto positiva, di quanto oggi è fattibile nella pratica specialistica dedicata ai linfedemi, ovvero alla malattia cronica che può svilupparsi, in soggetti predisposti, all’indomani dell’asportazione delle strutture linfatico-linfonodali nella chirurgia dei tumori della mammella o di altri tumori, piuttosto aggressivi, come il carcinoma del colon o i melanomi (tumori della pelle)”.

La patologia, infatti, è conseguente alla mancanza di questi linfonodi, eliminati dal bisturi, che in origine svolgono la funzione di poli di drenaggio della linfa evitando al liquido di accumularsi e ristagnare negli arti inferiori e superiori fino a gonfiarli: da qui il termine di linfedema periferico delle gambe e delle braccia.

“Il lavoro premiato a San Francisco – commenta il dottor Campisi – contiene una casistica aggiornata dei pazienti seguiti e curati anche a Salus Hospital tramite l’adozione di due differenti metodiche. La prima per la ricostruzione della rete di drenaggio della linfa mediante microchirurgia mirata a creare minuscoli bypass tra le strutture linfatiche e le vene – bypass che riproducono quanto accade in modo fisiologico all’interno del nostro organismo – così da ridurre l’edema. La seconda, nelle condizioni in cui la stasi linfatica – l’assenza prolungata di circolazione – sia in uno stadio piuttosto avanzato e il liquido contenuto nell’arto ormai solidificato, per la rimozione del tessuto in eccesso (il tessuto fibrotico) con una liposuzione modificata, chiamata Fibro-Lipo-Linfo-Aspirazione, FLLA. Ciò attraverso procedure che puntano alla preservazione delle componenti linfatiche esistenti, grazie alla loro mappatura pre-operatoria per mezzo della microlinfografia fluoresceinica al verde indocianina, o PDE Test, lungo l’intero percorso delle cannule utilizzate durante l’aspirazione”.

“Il linfedema – conclude il dottore – è una patologia invalidante e ad alta incidenza nel nostro Paese. Ogni anno in Italia si contano oltre 40mila nuove diagnosi, una cifra leggermente inferiore a quella del tumore mammario. Ad essi si devono aggiungere i malati cronici, sofferenti da tempo, che alcune statistiche indicano in più di 2 milioni. Alla maggior parte dei pazienti vengono offerte e proposte terapie solo riabilitative in grado di agire sui sintomi della malattia e quindi senza affrontare alla radice il problema. Le moderne tecniche chirurgiche, fermo restando un corretto inquadramento della situazione clinica prima della sala operatoria, consentono invece approcci individuali e trattamenti commisurati alle singole necessità garantendo un buon recupero della qualità della vita”.