Grazie alla complicità di un corriere e del dipendente di una società telefonica, stipulava contratti telefonici addebitandone i costi a terze ed ignare persone attraverso la sottoscrizione con firma falsa dei relativi contratti. Un escamotage architettato per ottenere dal gestore di telefonia mobile forniture di servizi telefonici e oggetti tecnologici quali smartphone che poi, probabilmente, venivano anche rivenduti ad altre persone.

A scoprire la truffa i carabinieri della stazione di Guastalla che, con le accuse di concorso in truffa aggravata e falsità in scrittura privata, hanno denunciato alla Procura reggiana, un corriere 36enne mantovano, che curava le consegne della merce compendio della truffa, e il dipendente di una società telefonica, un 40enne torinese. All’appello manca il terzo correo: colui a cui materialmente venivano consegnati gli smartphone, la cui identificazione potrebbe essere questione di giorni.

Le indagini sono partite agli inizi dell’anno scorso quando un imprenditore reggiano, finito suo malgrado nella rete dei truffatori, si rivolgeva ai carabinieri di Guastalla avendo ricevuto, da uno studio legale che rappresentava una società telefonica mobile, l’ingiunzione a pagare circa 2.000 euro  relative a 4 fatture concernenti i costi del traffico telefonico di 3 utenze e la fornitura di 3 smartphone e relative simcard che disconosceva non avendo mai ricevuto alcunché. Le indagini dei militari della stazione di Guastalla hanno in effetti confermato l’estraneità dell’imprenditore reggiano: i contratti, forniti grazie alla compiacenza del dipendente della società telefonica, riportavano la sua firma falsa. La società telefonica quindi, tratta in inganno, provvedeva alla fornitura dei servizi e alla spedizione degli smartphone a favore di una terza persona, in corso di identificazione, la cui consegna veniva curata dal compiacente corriere. Le indagini stanno ora proseguendo in quanto i carabinieri della stazione di Guastalla, oltre a essere intenzionati a ricostruire il reale volume del malaffare (si sospetta, infatti, che vi siano altre vittime incappate nel terzetto) stanno cercando di risalire all’identità del terzo complice chiamato a rispondere, in concorso con gli odierni indagati, dei reati di truffa e falsità in scrittura privata.