“Si chiude oggi la prima parte del percorso di confronto promosso dalla Conferenza territoriale socio-sanitaria con i sindaci, le rappresentanze sindacali e il volontariato della città di Modena, sull’integrazione tra i due ospedali modenesi Policlinico e Baggiovara con l’obiettivo di efficentare la rete ospedaliera della provincia nell’ambito di una sperimentazione di 3 anni.
L’obiettivo dell’integrazione tra i 2 grandi stabilimenti ospedalieri modenesi è sempre stato al centro delle richieste di Cgil-Cisl-Uil sia per ottimizzare la spesa sanitaria, ma soprattutto per qualificare la risposta sanitaria modenese.
Siamo, quindi, soddisfatti della partenza di questo percorso che evidenzia potenzialità importanti, ma altrettanto necessita di garanzie per il futuro della rete provinciale, garanzie che ribadiremo anche domani all’incontro in provincia con l’assessore regionale Venturi.

Una delle principali necessità proposte dai sindacati durante i lavori della Cabina di regia è stata quella di evitare che questo processo di integrazione si trasformasse in un ulteriore accentramento di funzioni, andando invece a rendere disponibile sui territori periferici risorse adeguate e continuative nel tempo per i servizi sanitari e non creare differenze di trattamento tra i cittadini della provincia in base alla loro residenza, ribadendo che il quale il Servizio Sanitario Nazionale deve rispondere in modo universale al diritto alla salute.

Cgil-Cisl-Uil confermano la validità del modello Hub and spoke (ospedali specializzati al centro, rete a minore intensità sul territorio), ma serve ridefinire meglio le mission degli ospedali dando maggiore copertura di servizi nei territori periferici, anche utilizzando allo scopo le competenze maturate dalle equipe di Baggiovara e Policlinico.

La ristrutturazione della rete ospedaliera, che ha preso l’avvio con l’attuazione del DM 70, deve essere governata non da esigenze di riduzione della spesa o di posti letti, ma dalla necessità di riequilibrare la presenza delle diverse tipologie di letti chirurgici, internistici e di lungodegenza in base alle reali esigenze dei pazienti.

Secondo Cgil Cisl Uil l’ulteriore passo da compiere è promuovere lo sviluppo delle reti territoriali dei servizi sanitari che parta dalla promozione della salute attraverso la medicina di iniziativa e costruisca percorsi di continuità ospedale-territorio nel quadro della complessiva presa in carico delle persone. Vanno infatti rafforzati i percorsi di restituzione del paziente alle strutture extra-ospedaliere (Osco, lungodegenze, case protette), specialmente in un momento di forte cronicizzazione delle patologie legate all’invecchiamento della popolazione.

Se è corretto puntare sulle day e week surgery previste dal progetto di integrazione ospedaliero, aumentando la rotazione sui letti chirurgici, dobbiamo anche puntare su una rete di letti di lungodegenza o a diversa intensità che possa accogliere i pazienti usciti dall’acuzie e implementati vicino al luogo di residenza.

E’ altrettanto necessario affermare sul territorio quella rete di servizi riabilitativi che possa assistere i pazienti di ritorno dalle strutture altamente specialistiche.
Ovviamente il percorso si deve completare con l’integrazione tra i servizi sanitari e sociali. Guardiamo, quindi, con interesse all’avvio della sperimentazione all’interno della Casa della Salute di Castelfranco del Punto unico di accesso ai servizi socio-sanitari, pensando che sia la giusta interpretazione del Puass, che purtroppo stenta ancora a realizzare le proprie potenzialità.

Troviamo utile salvaguardare le innovazioni messe in campo dalla rete dei servizi della salute mentale e dai progetti sulle demenze che hanno teso il più possibile a tenere il paziente fuori dalle strutture e inserito nel territorio.

Rispetto al modello organizzativo-assistenziale riteniamo che gli attuali Dipartimenti ospedalieri debbano dialogare tra loro e sviluppare le innovazioni (piattaforme, aree omogenee…) più adeguate alla risposta clinica, anche alla luce delle innovazioni tecnologiche che possono avere un importante impatto per migliorare la capacità diagnostica del medico.
Per impostare questo nuovo modello organizzativo sarà fondamentale il coinvolgimento del personale medico-infermieristico e tecnico, e la valutazione dei risultati prodotti.

Per far funzionare il progetto di integrazione Policlinico-Baggiovara e la valorizzazione delle rete territoriale dei servizi, i sindacati ritengono imprescindibile assicurare un numero adeguato di personale, nonché le risorse economiche aggiuntive per omogeneizzare le condizioni dei lavoratori dei due ospedali e della rete dei servizi. E’ necessario anche un piano di formazione del personale per garantire livelli di qualità e crescita in tutti i punti della rete sanitaria”.

(Tamara Calzolari, Cgil Modena – Andrea Sirianni, Cisl Emilia Centrale – Cosimo Gallo, Uil Modena e Reggio Emilia)