Dagli sviluppi dell’indagine Pak-Connection, condotta a seguito della morte di un corriere ovulatore, ha preso il via l’operazione Pak-Conecrtion2, condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo di Guastalla che, coordinati dal Dr. Giacomo Forte, sostituto presso la Procura di Reggio Emilia e titolare di entrambe le inchieste, ha portato a stroncare un vasto traffico di eroina che si sviluppava tra la bassa reggiana e quella mantovana.

Gli ordini arrivavano telefonicamente: un linguaggio allusivo e criptico, quello utilizzato dai “fruitori” del servizio caratterizzato, cioè, da sottintesi e privo di un senso compiuto in quanto evocativo di concetti non espressi ma ben chiari agli interlocutori a conoscenza dell’oggetto del dialogo. E così l’eroina diveniva verdura buona o pacchetti, i numeri rappresentavano i grammi mentre la dose poteva essere mezza (metà) o intera (una dose). Nonostante gli accorgimenti criptici della “rete dello spaccio”, i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Guastalla dopo oltre 6 mesi di indagini supportate da attività tecniche di intercettazioni telefoniche, sono riusciti a chiudere il cerchio ripercorrendo un triennio di spaccio, documentando centinaia di cessioni e ricostruendo l’intera filiera dello spaccio.

Sono quindi arrivati a mettere le manette ai polsi del “grossista”, un cittadino pakistano 33enne abitante a Luzzara, arrestato in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari ma condotto in carcere in quanto, durante la perquisizione eseguita nella sua abitazione di Codisotto di Luzzara, base operativa dello spaccio, eseguita con l’ausilio dei cinofili dei carabinieri di Bologna, è stato trovato in possesso di una quindicina di grammi di eroina, sostanza da taglio e materiale per il confezionamento, 300 euro provento dello spaccio e un bilancino di precisione. Nei guai sono finiti anche altri 8 stranieri accusati di spaccio di stupefacenti (2 cittadini indiani – un 30enne, un 32enne – abitanti a Gonzaga, un indiano 43enne residente a Reggiolo, un indiano 40enne abitante a Guastalla, un pakistano 30enne abitante a Bagnolo San Vito, un pakistano 40enne abitante a Reggio Emilia, un marocchino 54enne abitante a Guastalla e un marocchino 26enne residente a Suzzara). Importanti i numeri dell’indagine condotta dei carabinieri di Guastalla che nel corso dell’attività hanno documentato centinaia e centinaia di cessioni di dosi di eroina.

Le indagini dei carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Guastalla, sono partite dalla morte di un corriere ovulatore (un 44enne cittadino pachistano) trovato, alla vigilia del Natale del 2015, disamine in una strada delle campagne della bassa reggiana e morto dopo alcune ore all’Ospedale di Reggio Emilia. La morte fu ricondotta, grazie alle indagini dei carabinieri, a due connazionali arrestati il 12 giugno 2016 per omicidio e traffico di stupefacenti. Le indagini proseguite dai militari dell’Arma, conducevano, successivamente, all’odierno arrestato, risultato in contatto con uno dei due connazionali arrestati per la morte del corriere ovulatore. Quest’ultimo, come ampiamente rivelato dalle indagini supportate anche da attività tecniche, gestiva nella sua abitazione della frazione Codisotto di Luzzara una remunerativa attività di spaccio che ha visto coinvolti anche i restanti indagati che da lui si approvvigionavano per immettere poi l’eroina nel mercato del reggiano e della bassa mantovana. In data odierna la parola fine alle indagini.