Si è tenuta lunedì al Cinema Rosebud la serata conclusiva, molto partecipata, della sedicesima edizione del Reggio Film Festival.

Il regista bosniaco Ado Hasanovic, docente – insieme al direttore della fotografia Leonardo Kurtz – del workshop Come realizzare un cortometraggio, ha introdotto la proiezione del corto La consegna, ideato e girato dai partecipanti in soli tre giorni, dal 3 al 5 novembre.

È seguita la proclamazione dei vincitori del concorso internazionale.

La giuria internazionale, composta da Sandra Campanini, Lorenzo Caravello, Matteo Nucci, Ado Hasanovic, Mariangela Sansone, ha designato vincitore il cortometraggio How Tommy Lemenchick became a 7 grade legend, di Bastien Alexandre (Canada) per la freschezza dell’idea e del racconto. Tommy Lemenchick riesce a dipingere un mondo eroico privo di retorica in cui i sogni preadolescenziali diventano ironicamente le aspettative di tutti noi.

La giuria ha inoltre assegnato una Menzione speciale per l’originalità del soggetto a Le grand bain di Valerie Leroy (Francia). In questo film vediamo una vera eroina che si riprende al vita e si inventa una professionalità in un contesto nuovo diventando il punto di unione di una strana e normale umanità.

Un’ulteriore Menzione speciale è andata a Watu wote di Katja Benrath (Germania), in quanto il corto presenta un messaggio di speranza, umanità e solidarietà tra persone di diverso culto, attraverso uno stile narrativo realistico e ad una tecnica cinematografica di rilievo. Il messaggio eroistico è veicolato da un’umanità in cerca di riconciliazione e dialogo verso il prossimo.

Il premio per il miglior film, attribuito dalla giuria del SNCCI del gruppo Emilia-Romagna e Marche, costituita da Luisa Ceretto, Lapo Gresleri e Gianluca Stanzani, viene assegnato a Lo cotidiano, dello spagnolo David Lara, per la capacità di raccontare, con originalità, un tema tanto urgente come il bullismo, nel mostrare quanto molto spesso un’attitudine di indifferenza possa essere altrettanto colpevole di chi commette un atto spregevole come l’offendere la dignità della persona. Un cortometraggio di dieci minuti, che pur trattando un problema grave che affligge la società odierna e in particolare l’universo scolastico, evita retorica e buoni sentimenti… anzi, graffia lo spettatore al punto da instaurare un rapporto emozionale di partecipazione con la vittima.

La giuria USAC, composta da 20 studenti provenienti dagli Stati Uniti che frequentano un percorso didattico e formativo a Reggio Emilia, ha conferito il primo premio a
Watu wote,
di Katja Benrath (Germania) perchè
sotto il profilo tematico, il film spezza il cerchio di violenza tra due religioni e promuove un senso di comunità. Per quanto riguarda la componente visiva, lo spazio e i colori riflettono il cambiamento di valori della protagonista nel corso del film. La struttura narrativa del film mostra con originalità la complessità delle religioni e il modo con cui influiscono sui comportamenti umani.

Iniziativa Laica, d’intesa con il Reggio Film Festival, in occasione delle Giornate della Laicità 2017, ha attribuito il Premio per una estetica della Laicità al film cortometraggio Projection sur canapé, di Violette Delvoye (Belgio), con la seguente motivazione: una coppia di giovani donne, ha trascorso la serata sul divano di casa per assistere alla proiezione di un film, pieno di immagini suggestive, di paesaggi esotici.

Tra qualche sigaretta e qualche bicchiere di vino la loro successiva conversazione, pacata e sincera, lascia trasparire la diversità del loro approccio rispetto al tema dei viaggi, al tema dell’esplorazione del mondo, dei rapporti con gli altri, e dunque rispetto alla vita e all’ansia di viverla appieno. L’autrice del film, un cortometraggio realizzato con una tecnica di animazione di grande raffinatezza, indaga in questa limpida conversazione la complessità del problema e quindi le difficoltà che i giovani incontrano oggi nel sentirsi partecipi della bellezza del mondo e nel cercare di cogliere tutte le opportunità offerte dalla esperienza del viaggio. Emerge dalle parole delle due protagoniste l’insicurezza sulla congruità delle loro scelte, sia rispetto alle scelte degli altri, sia rispetto ai sentimenti che condividono. Ma la conclusione di ogni dubbio sarà la certezza e la profondità del sentimento che le lega.

La giuria Energee3, riunitasi nei giorni scorsi, ha comunicato che il vincitore dell’Energee3 Award per il miglior contenuto scientifico-filosofico è Einsten-Rosen, di Olga Osorio (Spagna).

Il Premio Sound, in collaborazione con RCF, è andata a Urban Audio Spectrum, di Marina Schnider (Germania).

La giuria Chierici, composta da due classi dell’Istituto Chierici che hanno documentato tutto il festival attraverso video, interviste e recensioni, ha assegnato il primo premio a Baraka, di Nestor Ruiz Medina (Spagna).

Il Premio della giuria popolare, composta dal pubblico presente in sala nei dieci giorni del festival, è andato a How Tommy Lemenchick became a 7 grade legend, di Bastien Alexandre (Canada).

Il Premio della giuria popolare Family, composta dal pubblico presente alle proiezioni domenicali all’Impact Hub, è andato a Two Trams, di Svetlana Andrianova (Russia).