Con l’inasprirsi delle temperature e l’arrivo della stagione fredda, il Comune di Reggio Emilia, congiuntamente a Caritas, Ausl, associazioni del privato sociale e del volontariato, rinnova la programmazione del Piano di accoglienza invernale, intensificando una serie di percorsi di accoglienza e accompagnamento a favore di persone senza dimora o in condizioni di grave difficoltà socio-economica.

Anche il territorio reggiano non è esente dall’aumento di persone in condizioni di forte disagio sociale e marginalità. In concomitanza con l’acuirsi delle temperature, viene dunque potenziato il sistema di servizi di accoglienza e la collaborazione per l’aggancio e l’accompagnamento delle persone intercettate.

A oggi sono 138 i posti letto messi a disposizione complessivamente nel progetto in 32 realtà diverse nel territorio provinciale: numeri che possono crescere nell’arco del periodo invernale a seconda delle disponibilità delle strutture accoglienti, segno del radicamento comunitario di un’esperienza che mobilita risorse formali e informali, con un valore aggiunto di tipo relazionale che mira a facilitare l’accessibilità a percorsi di aiuto. Il piano di accoglienza invernale integra inoltre le politiche di accoglienza abitativa del Comune di Reggio Emilia disponibili tutto l’anno, i percorsi progettuali per la presa in carico di situazioni complesse frutto dell’integrazione socio-sanitaria e un ampio sistema di servizi di supporto in risposta ai bisogni primari, gestiti in particolare dal privato sociale e dal volontariato.

Dal 1 dicembre 2017 al 31 marzo 2018 sono diverse le azioni in programma per sostenere le persone in difficoltà e rinnovare lo spirito di servizio e di accoglienza che contraddistingue Reggio Emilia. Anche quest’anno si conferma l’apertura notturna della stazione ferroviaria di piazzale Marconi per accogliere persone già presenti all’interno della stazione in orari serali e che altrimenti troverebbero riparo in altri contesti del quartiere meno idonei. Il Comune s’impegna ad assicurare la pulizia degli spazi di attesa della stazione prima della sua riapertura quotidiana.

Il Piano di accoglienza prevede inoltre, in diverse zone della città, di intervenire direttamente su strada: insieme all’Unità di prossimità dell’associazione Papa Giovanni XXIII, Caritas e altre realtà di volontariato del territorio, si svolgeranno delle uscite serali e diurne per monitorare, incontrare, ascoltare i disagi vissuti dalle persone senza fissa dimora, con distribuzione, in caso di bisogno, di sacchi a pelo e di generi di conforto.

Per potenziare il numero di posti nelle strutture di accoglienza, è disponibile un dormitorio per persone con dipendenze e con problematiche socio-sanitarie già seguite dai Servizi sociali, che avranno l’ingresso alla struttura autorizzato dall’associazione Papa Giovanni XXIII. Anche la Casa albergo comunale, gestita dalla cooperativa sociale Dimora d’Abramo, rimane aperta tutto l’anno, con un orario invernale d’apertura di 24 ore al giorno. Il dormitorio della Caritas, oltre all’accoglienza ordinaria, offre un rafforzamento invernale tramite l’adesione di un numero più grande di parrocchie e famiglie al progetto, con l’accesso delle persone in stato di bisogno garantito tramite un colloquio al Centro d’ascolto diocesano.

Le finalità di queste attività di prima accoglienza non sono legate solo alla soluzione pratica, immediata, di offrire un tetto per la notte, ma servono a creare opportunità al fine di intercettare situazioni compromesse, che si possono sviluppare in richieste di aiuto e percorsi di miglioramento delle proprie condizioni di vita.

Inoltre, al fine di rafforzare la capacità di accoglienza, saranno coinvolti attivamente tutti i Comuni di provenienza delle persone intercettate, in modo da favorire percorsi di presa in carico che mantengano un legame con i territori competenti.

Nel corso degli anni, grazie all’esperienza maturata e al grande investimento sull’integrazione tra diversi Enti e realtà del privato sociale coinvolti, si è fatto fronte all’evoluzione del fenomeno della grave emarginazione adulta, che vede complessità crescenti su diversi fronti, con interventi riparativi puntuali accanto alle più ampie politiche preventive.