Due agenti della polizia municipale di Modena sono stati condannati, in primo grado, per il pestaggio di una automobilista carpigiana di 50 anni, avvenuto in una notte del luglio del 2013 in una tangenziale a Modena. Due anni e sei mesi a P.P.(oggi in pensione), giudicato colpevole di lesioni aggravate e falso (per aver poi modificato il rapporto di servizio). Un anno e quattro mesi, invece, per P.T., condannato solo per il falso. Stabilita anche una provvisionale da 15mila euro per la vittima, che i due imputati dovranno sostenere insieme. 

Saranno valutati dopo l’esame delle motivazioni della sentenza i provvedimenti da adottare, in base al contratto e alle norme disciplinari, per uno dei due operatori della Polizia municipale di Modena (l’altro come detto è già in pensione da quasi un anno) condannati in primo grado a seguito delle lesioni provocate ad una donna, fermata dopo un incidente automobilistico nel luglio del 2013.
Lo annuncia l’Amministrazione comunale spiegando che l’Avvocatura civica ha già ricevuto l’incarico per approfondire quali siano gli interventi possibili e sottolineando che, comunque, già dal 2014 l’operatore è assegnato ai servizi interni.
“I fatti accertati dalla magistratura in questa fase – commenta il sindaco Gian Carlo Muzzarelli – sono gravissimi e raccontano di comportamenti inaccettabili per il nostro corpo di Polizia municipale che, invece, caratterizza la propria attività nel pieno rispetto di tutti i cittadini, anche negli interventi più delicati e difficoltosi, e rappresenta un riferimento certo per la comunità. Abbiamo piena fiducia nell’operato della Polizia municipale di Modena”.
Fu la stessa Polizia municipale, infatti, a trasmettere alla Procura tutta la documentazione relativa all’episodio avvenuto nella sera del 29 luglio 2013. In seguito a un tamponamento in tangenziale, la Polizia di Stato rintracciò la donna che era al volante di una delle auto e che si era allontanata dal luogo dell’incidente consegnandola a una pattuglia della Polizia municipale per essere accompagnata al Comando, dove fu denunciata per omissione di soccorso, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Viste le sue condizioni fisiche, però, venne chiamata un’ambulanza per prestarle soccorso e partì la segnalazione alla magistratura.
Nel maggio del 2014 il Giudice per le indagini preliminari decise gli arresti domiciliari per i due operatori, provvedimento che fece scattare l’apertura del procedimento disciplinare poi sospeso, come previsto dalle norme, in attesa della sentenza definitiva. Per tutto il periodo del procedimento penale, i due operatori sono stati destinati al servizio interno.
“La Polizia municipale – afferma il comandante Franco Chiari – lavora quotidianamente a fianco dei cittadini nella tutela della legalità e continuerà a farlo. La vicenda in merito alla quale oggi è stata pronunciata la sentenza è stata di per sé umanamente triste e il Corpo in questi anni si è trovato a doverla elaborare. Oggi prendiamo atto della condanna di primo grado rinnovando la nostra fiducia nella magistratura e nel corso della giustizia fino agli eventuali ulteriori gradi di giudizio”.