«Lina, Lina mia, invece di parlarti del nostro amore t’ho scritto tre fitte pagine di politica. Ma fa parte anche questo del nostro amore, che sulla comunione delle nostre idee su tutto ciò che ci attornia e vive presso a noi trova la sua forza e la sua ragione d’essere». Queste poche righe scritte alla fidanzata il 26 aprile 1919 sono il cuore del fitto carteggio tra Francesco Luigi Ferrari e Lina Filbier (dal 1918 al 1933) raccolto nel libro «La politica fa parte anche del nostro amore» che il Centro culturale Francesco Luigi Ferrari ha realizzato per divulgare la vita e la lezione di uno dei protagonisti della vita politica e sociale del territorio, forse troppo rapidamente dimenticato.
Il libro edito da Studium (curato da Paolo Trionfini, con la postfazione di Gianpietro Cavazza) sarà presentato a Modena mercoledì 6 dicembre 2017 alle ore 18 al Palazzo Europa (via Emilia Ovest, 101) durante il convegno “Solo io posso farlo. Amore e politica nella vita di Ferrari”.
Nelle lettere cogliamo le motivazioni profonde che hanno spinto Ferrari (il Ferrari politico oltre che giornalista, avvocato, marito e padre) a dedicare la propria vita al bene comune: partecipò alla Grande Guerra; si spese direttamente nelle battaglie per la difesa della democrazia attaccata violentemente dallo squadrismo fascista; ebbe un ruolo di primo piano all’interno della compagine fondata da don Luigi Sturzo; fu isolato ed esiliato a Parigi per la strenua opposizione al regime mussoliniano; animò il dibattito culturale europeo attraverso una serie di iniziative editoriali.

«Se in occasione dei 75 anni della sua morte, nel 2010, abbiamo riflettuto sulla relazione tra il “potere” e l’“amore”, e come questa relazione potesse sfociare nella vita pubblica e non solo in quella privata – ha spiegato il presidente del Centro culturale Francesco Luigi Ferrari, Paolo Tomassone – attraverso questo libro vogliamo inaugurare un viaggio per divulgare il più possibile lo stile, le motivazioni e le scelte di Ferrari, dalle quali si può ripartire per ridare credibilità alla politica che vive oggi un tempo di crisi».
Come ha recentemente testimoniato per esempio il Censis l’84% degli italiani non ha fiducia nei partiti politici, il 78% nel Governo, il 76% nel Parlamento, il 70% nelle istituzioni locali, Regioni e Comuni: “l’onda di sfiducia che ha investito la politica e le istituzioni non perdona nessuno” (cf. Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2017 dell’1 dicembre).
«Vogliamo quindi partire dall’esperienza del passato, rileggendo la testimonianza di Ferrari, cercando di capire perché in quegli anni la politica era animata dalla passione e produceva quei frutti che oggi sembrano essere svaniti – ha proseguito Tomassone -. Questo viaggio lo vogliamo compiere col metodo che ha sempre accompagnato la vita del nostro centro culturale, dedicando particolare attenzione alla formazione dei giovani, ad una lettura critica della comunicazione, alla ricerca storica e sociale, alla sensibilizzazione della cittadinanza».

Leggendo le Lettere di Francesco Luigi Ferrari si intravedono alcune contraddizioni nell’attualità, che sono state sintetizzate da Gianpietro Cavazza, presidente del Centro Ferrari fino al 2014, autore della postfazione del libro. « Per Ferrari la comunicazione è una fase di un progetto politico più ampio mentre oggi si decide che cosa comunicare al fine di occupare lo spazio nei media: la comunicazione da strumento diventa fine» ha spiegato Cavazza.

«La distanza tra attori e spettatori nella scena politica – ha proseguito – appare crescente e strutturale con inevitabile calo di fiducia nella politica e nei politici nonostante gli appelli alle emozioni, ai sentimenti, agli interessi economici dei singoli elettori piuttosto che al loro senso critico. Francesco Luigi Ferrari possiede un proprio apparato ideologico, così come è illustrato sinteticamente nelle lettere alla moglie che è premessa alla propria azione di denuncia politica ben sapendo le conseguenze che ciò avrebbe comportato su di sé, sui suoi familiari, sul partito. Ferrari appare un politico tutt’altro che rassegnato che non rinuncia alla propria vocazione che ha un modo proprio di fare politica nel quali sono evidenti il nucleo generatore, la concezione dell’uomo, della società, dello Stato e della stessa dimensione religiosa».

Questo “viaggio” è iniziato lo scorso 16 novembre a Roma, presso l’Istituto Sturzo, per la presentazione nazionale del volume. Parallelamente alcune classi dell’Istituto Venturi di Modena hanno lavorato sulle Lettere tra Lina e Francesco Luigi, mettendo in piedi una rappresentazione teatrale e realizzando alcune opere artistiche che verranno presentate alla cittadinanza ed esposte a fine gennaio.
Per il 6 dicembre è promosso il seminario “Solo io posso farlo. Amore e politica nella vita di Ferrari”: dopo l’introduzione di Gianpietro Cavazza, vicesindaco di Modena, Paolo Trionfini, storico, e Giuliano Albarani, presidente dell’Istituto storico di Modena, la riflessione proseguirà con la tavola rotonda alla quale parteciperanno Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Francesca Maletti, presidente del Consiglio comunale di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena e Matteo Richetti, parlamentare. Modera Ettore Tazzioli, direttore di TRC.
Sono già in programma altre due presentazioni a Trieste, la città di Lina, a Parigi e a Bruxelles sede del Parlamento Europeo ripercorrendo un viaggio ideale del peregrinare da antifascista e da esiliato di Francesco Luigi Ferrari.