Barbara Vanni è una delle colonne portanti di C.F.E. (Confimi Formazione Emilia), ovvero una società che si occupa di formazione costituita da Apmi-Confimi e dal Collegio Imprenditori Edili di Modena (oggi Aniem Emilia). Questa impresa è formata da lavoratori in sede e da una ricca rete di esperti i quali partecipano all’organizzazione di azioni formative e di consulenza.

Barbara Vanni ci parla di disoccupazione giovanile e di nuove opportunità per le imprese. Oggi sono tante le figure tecniche richieste dalle aziende: come detto da Confimi Meccanica mancano tornitori, disegnatori cad, ingegneri, saldatori ed assemblatori. Non solo: dai dati raccolti da Confimi Emilia mancano anche periti informatici ed esperti di comunicazione, altre figure difficilmente reperibili dalle nostre imprese.

In che cosa consiste Confimi Formazione Emilia?

CFE è un ente accreditato dalla Regione Emilia Romagna per erogare formazione professionale alle aziende e a tutti coloro che cercano un’occupazione. Grazie al nostro lavoro rientriamo nei parametri regionali , tra cui la stabilità economico-finanziaria e il possesso di competenze tecniche e logistiche,  che  ci permettono di ottenere finanziamenti pubblici del Fondo Sociale Europeo. Il nostro lavoro è quello di riqualificare coloro che hanno perso il lavoro oltre a dare nuove competenze a tutti quelli  che lavorano per le piccole e medie aziende emiliane.

Parlando della vostra società, quali sono i corsi che stanno iniziando o che sono in corso di svolgimento, sia per i lavoratori che per le aziende?

A livello di aziende, siamo sempre attivi sul discorso sicurezza lavorativa per permettere alle imprese di avere un personale pienamente preparato e a norma rispetto al Decreto 81. Inoltre, stiamo attivando dei corsi per gli imprenditori sulla gestione del proprio budget aziendale, dei lavoratori all’estero e vari corsi sull’internazionalizzazione. Facciamo anche dei corsi direttamente nelle aziende che richiedono il nostro aiuto. Inoltre abbiamo diverse opportunità rivolte a chi cerca lavoro, in particolare per i giovani.

Dato che lavorate a contatto sia con le aziende che con i lavoratori, quali sono le figure lavorative più carenti?

Sicuramente le figure tecniche e meccaniche, poiché sono le esigenze del nostro territorio.  Questo è un esempio della “ripresina” del mondo lavorativo emiliano. In poche parole: oggi  nelle nostre province mancano tornitori, disegnatori CAD, saldatori e assemblatori, in generale periti meccanici, elettronici ed informatici, con una buona conoscenza dei software ed una predisposizione alla manualità, oltre a ingegneri meccanici ed informatici.

L’industria 4.0 toglie lavoro alle persone?

Chiaramente sta portando cambiamenti nel mondo del lavoro, che si traducono in opportunità per chi è specializzato. L’ingresso della robotica nella quotidianità delle imprese non toglie lavoro alle persone ma richiede figure lavorative diverse.

Cosa ne pensa dell’alternanza scuola-lavoro?

La distanza fra il mondo della scuola e quello del lavoro è ancora considerevole, il nostro compito come CFE è quello di colmare questa distanza. Le difficoltà sono prevalentemente organizzative, la concentrazione degli stage e la numerosità degli studenti rispetto alla capacità formativa delle nostre aziende. Il problema vero è che gli istituti professionali e tecnici non offrono le ore adeguate di insegnamento tecnico in laboratorio, prima era una priorità ma ora le scuole vivono un momento di grave difficoltà in termini di fondi.

Un’azienda cosa pretende da un lavoratore alle prime esperienze?

Le aziende chiedono voglia di imparare e tanta determinazione. I ragazzi ci devono mettere curiosità, passione e voglia di crescere, fattori che hanno fatto la fortuna delle precedenti generazioni.

La metalmeccanica è forte a Modena, Reggio Emilia e Bologna, perché mancano operai specializzati per questo settore?

Ricordiamoci che anche l’operaio vuole il figlio dottore… inoltre esiste il problema delle scuole, dei pochi fondi e degli scarsi laboratori…  abbiamo anche la necessità  di formare personale straniero.

In Europa potremmo ispirarci a qualche nazione?

Beh, se penso all’estero, non posso che pensare alla Germania. Ovviamente la loro crescita è avvantaggiata da una situazione economica più favorevole alla crescita  rispetto a quella italiana.

Dunque, questo è un motivo per il quale molti italiani “scappano” all’estero? 

Ovviamente sì…

Lei è favorevole ad un’esperienza all’estero per poi ritornare in Italia?

Sarebbe perfetto. Vivere un’esperienza all’estero permette ai ragazzi di avere una mente più aperta e una concezione culturale completa.

Dopo questa breve divagazione, ritorniamo alla descrizione di CFE. Dove sono dislocate le vostre sedi?

Per ora la sede principale  è a Modena, ma stiamo aprendo due “filiali” a Medolla e Bologna. Inoltre, abbiamo sedi dislocate  sia a Reggio Emilia che a Parma, una rete che ci permette di essere presenti su tutto il territorio.

Come possiamo fare per contattare CFE per avere informazioni sui corsi?

Visitando il nostro sito web (www.cfemilia.it) o telefonando allo 059/7101464. Il mondo del lavoro sta cambiando e noi cerchiamo di dare gli strumenti giusti per gestire la complessità.