Al termine di un lungo negoziato, CNA, assieme alle altre Organizzazioni Datoriali e FIOM CGIL, FIM CISL e UILM UIL hanno rinnovato martedì scorso il CCNL Area Meccanica.  L’accordo (che coinvolge le aziende della produzione, ma anche quelle dell’installazione e manutenzione impianti e dei servizi alla comunità) scade il 31 dicembre 2018 e si applica a circa 250mila Imprese e a oltre 500mila lavoratori.

Gli aumenti economici concordati a regime sono pari a 42 euro al 5° livello per le Imprese dei settori Metalmeccanica, autoriparazione e installazione di Impianti, a 42 euro al 5° livello per le Imprese dei settori Orafo, argentiero ed affini, e 41,5 euro al livello 4° per le Imprese Odontotecniche.

A integrale copertura del periodo di carenza contrattuale è stata definita la corresponsione di una “una tantum” di 299 euro che verrà erogata in due soluzioni: la prima con la retribuzione del mese di giugno 2018 di 150 euro, la seconda di 149 euro con la retribuzione di ottobre 2018.

Numerose le novità contenute nell’accordo: sono stati aumentati i limiti quantitativi del contratto a tempo determinato ed aggiornata la normativa per l’apprendistato professionalizzante che attualmente costituiscono i principali canali di ingresso nel mondo del lavoro.

L’accordo prevede inoltre, un nuovo regime di flessibilità per rispondere ai picchi ed alle flessioni dell’attività lavorativa.

“In un contesto produttivo tuttora estremamente delicato e complesso come quello della meccanica, la sottoscrizione unitaria del rinnovo contrattuale, che riguarda un numero ingente di imprese e lavoratori, costituisce indubbiamente un momento molto significativo sia sul piano sindacale che sul piano associativo”, ha commentato Roberto Zani, imprenditore carpigiano della meccanica, presidente nazionale di CNA Produzione. Peraltro, il nuovo contratto avrà un impatto positivo anche per le altre categorie nelle quali potrà essere applicato, a cominciare da quelle che si occupano di installazione e manutenzione di impianti, rispetto alle quali viene finalmente superato l’ipotetico e non meglio specificato “contratto di cantiere”, totalmente fuori luogo e privo di alcuna attinenza, anche contrattuale, con la realtà del settore impiantistico.