Questa mattina, alle ore 11, in occasione della giornata mondiale contro l’omo-lesbo-bi-transfobia, Arcigay Gioconda e le delegazioni di 20 associazioni LGBTI di tutta l’Emilia-Romagna si sono trovate in presidio davanti al Palazzo della Regione, a Bologna, per chiedere l’approvazione di una legge di contrasto all’omotransnegatività. Si tratta del primo presidio a cui parteciperanno tutte le associazioni lgbti emiliano-romagnole, unite dall’emergenza della discriminazione quotidiana vissuta dalle persone gay, lesbiche, bisessuali, trans nella nostra regione.

“Come Arcigay Reggio Emilia – hanno ribadito i quattro membri del direttivo di Arcigay Gioconda, tra cui il presidente Alberto Nicolini – ribadiamo da tempo la necessità di passare al lavoro nelle commissioni: è un anno che ci viene promesso, tra gli altri dalla consigliera Roberta Mori che ha seguito ad oggi il percorso di legge, che -verrà discussa e instradata. Un anno. Ci rivolgiamo dunque a tutti i componenti del consiglio regionale perché l’emilia romagna esca da questa impasse”. La delegazione è stata ricevuta da Paolo Calvano (segretario Pd regionale) e Stefano Caliandro (capogruppo Pd regionale).

“Sul Parlamento nazionale ricade la responsabilità di una legge penale che punisca i reati a matrice omo-transfobica – hanno spiegato gli organizzatori – ma spetta alla Regione dotarsi di una norma che metta a sistema azioni, buone prassi, progetti di prevenzione e contrasto di quella che dagli esperti viene definita omonegatività, ossia quell’insieme di atti, parole, atteggiamenti che investono le persone LGBTI e che permettono a singoli e gruppi di sfociare in comportamenti discriminatori o violenti, verbalmente e  fisicamente. Il testo della legge è stato depositato già durante la passata legislatura e a quasi un anno dal termine di questo mandato ancora non ha varcato la soglia dell’aula dell’Assemblea legislativa né tantomeno quello della Commissione consiliare. Sappiamo che all’interno della maggioranza ci sono eletti ed elette impegnati concretamente su questo fronte, ma sappiamo anche che all’interno di quella stessa maggioranza ci sono consiglieri che agiscono come i bravi con Don Abbondio nei Promessi Sposi, affinché quel testo resti insabbiato. Noi invece diciamo che quella legge “s’ha da fare”, perché l’odio e la discriminazione nei confronti delle persone lgbti nel nostro Paese sono molto concreti e necessitano di risposte altrettanto concrete. Solo nelle ultime settimane, a Parma e a Bologna sono state registrate due aggressioni gravi ai danni di persone omosessuali: è tempo di andare oltre le dichiarazioni di circostanza del giorno dopo e di ragionare in termini di prevenzione. Omofobia, Lesbofobia, Bifobia e Transfobia  sono la punta dell’iceberg, l’esito diretto di una negatività che attraversa gli ambienti familiari, scolastici, lavorativi, del tempo libero e sulla quale è urgente intervenire. Leggi regionali simili sono state approvate in Toscana nel 2004, e poi in Liguria, Marche, Campania, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Piemonte, Umbria. Come è possibile che proprio l’Emilia-Romagna, regione che si fregia di un pionierismo in campo di diritti, non si sia ancora dotata di questo strumento?” hanno concluso gli organizzatori.