«Soddisfatti per i lavoratori, ma contrari all’abuso di uno strumento che dovrebbe essere straordinario ed è, invece, diventato una pratica negativa per il territorio».
È il commento della Femca Cisl Emilia Centrale dopo l’approvazione del concordato preventivo della Sichenia Gruppo Ceramiche di Sassuolo.

«La notizia dell’approvazione del concordato è sicuramente una boccata d’ossigeno per tutti i 200 lavoratori della Sichenia – dichiara il sindacalista Massimo Muratori, a nome della segreteria della Femca Cisl Emilia Centrale – Il nostro apprezzamento va a quei creditori che, con il loro voto favorevole, hanno permesso la continuità dell’attività e il mantenimento dei posti di lavoro, evitando il baratro del fallimento. È un gesto di enorme responsabilità che non deve essere vanificato. Ora ci aspettiamo che si possa ripartire con gli investimenti: su questo il nostro sindacato sarà molto attento».

Muratori ricorda che dal deposito del concordato in bianco, avvenuto nel luglio 2017, fino alla sua approvazione, sono stati mesi difficili per i lavoratori Sichenia, già duramente provati da anni di crisi e da una riorganizzazione aziendale che ha portato a un calo significativo della forza lavoro, senza peraltro evitare il ricorso al concordato.

«La preoccupazione era salita alle stelle nei giorni scorsi, dopo che le notizie di forti difficoltà nell’approvazione da parte di alcuni creditori avevano fatto temere il peggio. Per fortuna l’esito è stato positivo, – continua il sindacalista Cisl – ma ciò non toglie che il ricorso al concordato in bianco, non solo nel comprensorio ceramico, stia diventando un’abitudine un po’ troppo frequente. Se da una parte, infatti, il concordato può garantire la continuità dell’azienda, dall’altra lascia strascichi pesanti in termini di debiti cancellati o soddisfatti parzialmente, con conseguenze negative sul territorio. Dietro a ogni concordato approvato ci sono tanti creditori che rimangono esposti pesantemente rischiando, a loro volta, fallimenti e licenziamenti – rimarca Muratori – In questi anni segnati dalla crisi, molte aziende ceramiche hanno dovuto reinventare prodotti e processi per competere sui mercati globali. Questo ha richiesto ingenti investimenti che non tutti gli imprenditori sono stati in grado di effettuare, mentre altri non hanno voluto esporsi direttamente rifinanziando la propria impresa. È anche per questo che siamo arrivati all’attuale deriva concordataria. Si tratta di una pratica che, se troppo diffusa, rischia di compromettere anche la corretta concorrenza tra imprese, poiché con l’abbattimento dei debiti si possono poi praticare politiche dei prezzi più aggressive. Gli unici a guadagnarci sono certi studi di professionisti, che spesso stimolano questi percorsi anche quando le soluzioni potrebbero essere diverse».

Per questo il sindacato dei ceramisti Cisl chiede agli imprenditori di avere più coraggio negli investimenti e, qualora non siano nelle condizioni di effettuarli, accettino di aprire a nuovo capitale finché le aziende hanno ancora margini, non dopo le eventuali approvazioni di concordati.

«Le imprese, è bene ricordarlo, sono un bene comune che va preservato. Ci sono centinaia di posti di lavoro, famiglie e un tessuto sociale che – conclude Muratori a nome della segreteria Femca Cisl Emilia Centrale – rischiano di essere compromessi da queste situazioni».