Non è dell’imprenditore Pietro Fogliani il cadavere dell’uomo in avanzato stato di decomposizione recuperato al largo di Deiva Marina (La Spezia) lo scorso 23 settembre. Questo l’esito della comparazione fra gli elementi biologici di Fogliani ed il dna del cadavere trovato in mare, confermatoci anche dalla sorella dell’imprenditore.

Alcuni scetticismi erano emersi già in un primo momento, per via della diversa statura tra quella del cadavere rinvenuto e quella di Fogliani. Oggi la conferma.

 

 

 

 

 

 

 

Come noto dell’imprenditore sassolese non si hanno più notizie dal 18 agosto, quando scomparve in mare tra la Liguria e la Toscana. La barca di Fogliani venne ritrovata arenata il 21 agosto nel litorale di Vada, ma senza alcuna sua traccia. Di fatto, dunque, le ricerche dell’imprenditore sono ancora aperte.

Per quanto concerne le cause del decesso del corpo ritrovato, l’autopsia ha dimostrato che la morte è avvenuta per annegamento, probabilmente in seguito ad un’immersione subacquea finita in tragedia che sembrerebbe essere confermata dalla presenza di una cintura di piombi attorno alla vita del cadavere. Oltretutto non sono stati trovati segni di violenza.

Nel frattempo proseguono le indagini per risalire all’identità del corpo. Tra gli accertamenti sulle persone di cui è stata denunciata la scomparsa, una pista sembrerebbe portare a Mentone, nella riviera sud-est della Francia.