Contrastare lo spopolamento degli alveari e i casi di moria delle api con l’adozione di regole più severe sull’uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, fino all’individuazione di aree di particole interesse apistico e agroambientale in cui vietare tout court qualsiasi trattamento oppure consentire solo l’impiego di sostanze di cui sia comprovata la non tossicità su api e insetti pronubi.

E ancora, salvaguardare la biodiversità delle specie di api, in particolare preservando dal rischio di ibridazione la sottospecie “Apis mellifera ligustica”, più comunemente nota come “ape italiana”, allevata e diffusa in Emilia-Romagna, nonché esportata in tutto il mondo per le sue peculiari caratteristiche.
E, infine, adottare adeguate misure di difesa igienico-sanitarie per proteggere gli alveari dal rischio di diffusione di malattie vecchie e nuove.

Sono alcuni degli obiettivi del progetto di legge “Norme per lo sviluppo, l’esercizio e la tutela dell’apicoltura in Emilia-Romagna” varato oggi pomeriggio dalla Giunta regionale e che ora passa al vaglio dell’Assemblea legislativa per l’approvazione definitiva. Una proposta legislativa elaborata in stretta collaborazione tra gli assessorati all’Agricoltura e alla Sanità e frutto di un’ampia concertazione con il mondo produttivo e scientifico e che in 11 articoli si prefigge il compito di mandare in pensione la vecchia normativa regionale risalente a 30 anni fa.

“Dopo il percorso di approvazione in Assemblea legislativa- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- il nuovo quadro normativo consentirà ai produttori apistici di operare in un contesto più organico e aggiornato, integrato con le norme nazionali e in linea con la recente risoluzione del Parlamento europeo sulle prospettive e le sfide per il settore dell’apicoltura nella Ue. Siamo convinti che una normativa chiara e al passo con le esigenze di valorizzazione della qualità e salvaguardia della popolazione di api, in un diverso rapporto tra agricoltura e apicoltura, potrà garantire agli operatori del settore quell’insieme di certezze normative indispensabile nella gestione concreta della loro attività, tale da costituire di fatto un importante strumento di lavoro e un fattore di competitività per la nostra apicoltura”.

Il progetto di legge, che rimanda per le azioni concrete all’approvazione da parte della Giunta regionale di un ‘programma apistico poliennale’, secondo le linee strategiche e gli obiettivi  dettati dall’Assemblea legislativa e in linea con l’Organizzazione comune di mercato della Ue, riconosce l’apicoltura come settore produttivo agricolo-zootecnico a tutti gli effetti di elevato interesse per l’economia regionale, attribuendone la duplice valenza di conservazione dell’ambiente e di salvaguardia della biodiversità.

Le nuove norme ridefiniscono inoltre le competenze nell’esercizio dell’attività di vigilanza e controllo, compreso il quadro sanzionatorio, oltre ad istituire il Tavolo apistico regionale, organo consultivo in cui siederanno i rappresentanti di tutte le categorie interessate.

Secondo i dati dell’Anagrafe dell’apicoltura del Ministero della salute, al 31 dicembre 2017 erano circa 110mila gli alveari censiti in Emilia-Romagna. La produzione 2018 di miele è stata stimata intorno alle 2.500 tonnellate, in risalita rispetto all’anno precedente.