L’occasione per fare il punto sulla situazione della Sanità in Area Nord è arrivata il 24 ottobre scorso, quando l’Unione dei Comuni assieme al Direttore del Distretto Sanitario di Mirandola, ha incontrato CGIL CISL e UIL insieme alle categorie del pubblico impiego e dei pensionati, dando seguito alla discussione aperta ad inizio 2018, nell’ambito del Piano Sociale di Zona.

I temi affrontati hanno riguardato l’aggiornamento del disegno complessivo della sanità territoriale, a partire dall’adeguamento e completamento strutturale della Casa della Salute di Finale Emilia, per la quale il Bando di gara di assegnazione lavori è atteso entro fine anno per una spesa complessiva di oltre 8 milioni di euro. Entro il mese di novembre arriverà quello per la nuova struttura di Mirandola per una spesa prevista di circa 7,8 milioni.
L’interesse sindacale si è concentrato principalmente sulla funzionalità dei servizi e l’integrazione con i servizi sociali. Basti pensare che povertà e problemi di salute, sono fattori che purtroppo si accompagnano ormai molto spesso anche nella nostra zona.
In risposta alle sollecitazioni il dottor Fancinelli ha indicato la direzione che l’Azienda USL intende seguire nel promuovere la domiciliarità, ponendosi come obiettivo principale il rafforzamento delle cure riservate alla cronicità (diabete, scompenso cardiaco, malattie polmonari).

E’ per questo che nell’ambito della prevenzione o meglio della cosiddetta “medicina d’iniziativa”, si stanno avviando percorsi innovativi di telemedicina per assistere le broncopneumopatie, le cardiopatie e le demenze, oltre all’ampliamento della specialistica ambulatoriale per cercare di ridurre i “famigerati” tempi d’attesa che rimangono un aspetto di inefficienza incomprensibile.

Le novità riguardano il progetto per il bambino obeso, l’intervento sulla dislessia e un rinnovato impegno nella pratica di sani stili di vita. L’evoluzione delle cure prevede la nascita degli OSCO (ospedali di comunità) con 20 posti letto a Finale Emilia e 23 su Mirandola. Strutture di tipo intermedio dove a ricoverare saranno i medici di base e il servizio delle dimissioni protette, rivolte a cittadini del distretto per ricoveri temporanei, che necessitano di cure ad alta intensità infermieristica e sede ideale per la formazione dei caregiver (aiuto ai familiari di persone fragili).

I sindacati a questo proposito hanno chiesto di accelerare i tempi di completamento dell’organico del PUASS (Punto Unico di accesso socio sanitario), cioè dello strumento di raccordo fra ospedale e territorio, che deve appunto selezionare e coordinare le risposte più adeguate alle necessità dei cittadini prima della loro dimissione.

In attesa che si realizzino i nuovi ospedali territoriali, occorrono al più presto posti letto che facilitino le dimissioni dall’ospedale per coloro che hanno un bisogno prevalentemente sociale. La risposta arrivata al tavolo non è parsa sufficiente perché se pure a breve saranno disponibili i primi 2 posti letto, la necessità di rafforzare la domiciliarità dovrebbe prevederne almeno 8. Sono invece in fase avanzata gli interventi previsti per la Casa della Salute di Cavezzo che sarà allargata con il completamento del II° stralcio dei lavori e di quella di Concordia con la messa a punto dei servizi per l’infanzia.

Infine è in fase di valutazione  a livello  regionale anche la  realizzazione della Casa della Salute di San Felice.
Per effetto della formazione sui medici di base e sul personale infermieristico, sono diventate realtà anche le prestazioni di cure palliative all’interno delle Case di Riposo e a livello ambulatoriale. Al completamento della rete locale assistenziale manca la realizzazione dell’Hospice che sarà dotato di 14 posti e per il quale, la Fondazione nata a tal proposito, ha già acquistato il terreno a San Possidonio in località Fornace e assegnato l’incarico di progettazione.
L’integrazione con l’Ospedale di Mirandola è uno degli argomenti che deve essere sviluppato ulteriormente per permettere un utilizzo appropriato dei posti letto in favore dei cittadini che si trovino nella fase acuta e quindi l’apertura di ulteriori 4 posti di orto-riabilitazione  rappresenta un primo risultato che consideriamo molto utile al territorio, portando la disponibilità attuale a 126 posti ospedalieri, ma abbiamo chiesto che si allarghi la risposta prevedendone almeno altri 4.
Riteniamo che allo stesso modo la promozione del Punto Nascita passi dalla collaborazione diretta e diffusa dei Consultori familiari che da sempre fanno del sostegno alla maternità l’obiettivo primario e per questo vanno potenziati considerando le necessità emergenti, come la presa in carico della donna in età menopausale, sia per la piena applicazione della Legge 194. A tal proposito vorremmo condividere la formulazione di un progetto sperimentale, sottoscritto dall’Azienda USL e il Coordinamento donne di CGIL-CISL-UIL.
Per portare a compimento l’insieme della progettualità in corso, bisogna però fare i conti con l’evidente carenza di personale ma che ha soprattutto bisogno di ritrovare la giusta motivazione.
Un personale che ha dato molto nella fase del terremoto, garantendo che non ci fosse nessuna interruzione di servizio e subito dopo si è impegnato nella riorganizzazione dei servizi, offrendo maggiore qualità nelle prestazioni e che oggi è sottoposto ad una complessa revisione del processo lavorativo, nell’ottica di una presa in carico personalizzata del paziente, mentre l’Azienda USL non trova di meglio che ridurre impropriamente gli stipendi di infermieri, tecnici e operatori socio sanitari.
Il confronto e il continuo lavoro di stimolo che i Sindacati stanno portando avanti in questo territorio ha prodotto risultati importanti, accompagnando le trasformazioni profonde di questa difficile fase, promuovendo lo sviluppo dei servizi socio sanitari non solo in termini di quantità ma soprattutto di qualità.
Un impegno che troverà conferma e particolare attenzione nella fase di discussione del prossimo Piano Sociale di Zona, continuando per parte nostra a favorire la diffusione degli interventi previsti e la partecipazione dei cittadini, nella consapevolezza che i tagli annunciati al Fondo Nazionale della Sanità nella Manovra di Governo per il 2019, potrebbero mettere in discussione anche la tenuta del sistema di Welfare locale.