Fortemente voluto dall’Amministrazione e dalla Caritas, per dare accoglienza temporanea a uomini soli, in situazione di disagio socio – abitativo e relazionale. Al taglio del nastro erano presenti il vice-sindaco Maria Savigni, l’assessore ai Servizi Sociali Antonella Vivi e Don Marco Ferrari, a rappresentanza della Caritas ed in particolare  della Caritas Unità Pastorale Madonna del Carmelo – Parrocchia S.S.Consolata Sassuolo. Un progetto articolato, sebbene in fase sperimentale, che vede protagoniste diverse realtà del territorio cittadino, con il ruolo fondamentale svolto da alcune Associazioni di Sassuolo.

L’amministrazione comunale ha messo a disposizione 3 appartamenti, di cui sosterrà le spese di gestione; i Servizi Sociali individuano le persone da inserire mentre i volontari  della Caritas accompagneranno e sosterranno, con varie attività, le persone. A fianco della Caritas è inoltre presente una vasta rete di volontari di Associazioni del territorio quali Croce Rossa, Melograno, e Nuovamente

L’accoglienza, nella logica di questo innovativo progetto, è costituita da una concreta e adeguata sistemazione abitativa, ma anche da un sereno accompagnamento relazionale, dalla semplice vicinanza umana. Obiettivo questo che è raggiungibile solo attraverso una vera  collaborazione tra l’Amministrazione, da una parte, e i volontari  della rete di solidarietà presente a Sassuolo. Così, oltre a Servizi Sociali e Caritas in prima linea, il progetto Pollicino si realizza grazie alle  associazioni a conferma del fatto che Sassuolo è città viva, capace di accoglienza.

I destinatari del progetto sono massimo 6 uomini adulti residenti nel territorio del Comune di Sassuolo ed in carico sia al Servizio Sociale Territoriale che ai Centri di ascolto delle Caritas cittadine, che presentano elementi di vulnerabilità sociale ed economica molto significativi e che si trovano in condizione di grave emergenza abitativa.

Il progetto si rivolge a persone che si trovano in situazione di disoccupazione o con occupazioni molto precarie e poco redditizie, comunque con redditi (da pensione o da lavoro) non sufficienti per mantenere soluzioni abitative autonome.

In particolare si rivolge a uomini soli, con assenza di famigliari o con relazioni famigliari estremamente compromesse, che non abbiano patologie invalidanti gravi (per i quali sono previsti altri percorsi più strutturati).