La rete tranviaria prevista dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile prevede la realizzazione di quattro linee di tram: oltre la rossa la linea gialla (Casteldebole-Rastignano), linea verde (deposito Due Madonne-Corticella), linea blu (Casalecchio-San Lazzaro).

Esattamente un anno fa, il 7 marzo 2018, veniva presentato il primo pacchetto di proposte del PUMS e la rete del Trasporto pubblico metropolitano dove le quattro linee della rete tranviaria sono integrate alle linee del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) e alla rete del trasporto pubblico su gomma (filovie e bus). Un anno dopo, attraverso l’adozione del PUMS avvenuta lo scorso 27 novembre, è stato possibile presentare, il 28 dicembre 2018, la richiesta di finanziamento della prima linea i cui costi stimati ammontano a 510 milioni di euro. Per la redazione del progetto, di cui è in corso il primo livello, ovvero la fattibilità tecnica ed economica, è stato incaricato, a seguito di una gara europea, il raggruppamento temporaneo d’impresa formato da Systra, Sotecni, Architecna, Studio Mattioli, Aegis, Cooperativa Archeologia.
Da adesso si apre un percorso di informazione e di coinvolgimento attivo della cittadinanza gestito dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana che intende coinvolgere anche l’Università di Bologna.
Secondo il cronoprogramma una volta approvati i progetti definitivo e esecutivo la gara per l’affidamento dei lavori potrebbe essere svolta alla fine del 2021 con inizio lavori nel 2022 e l’entrata in esercizio nel 2026.

Perché il tram

Il tram è un sistema di trasporto di massa intermedio tra quelli su gomma e le metropolitane ma ha tempi medi di accesso alle fermate più bassi di quelli delle metropolitane visto che le distanze tra le fermate sono di circa 400 metri rispetto agli 800 metri/ 1 chilometro. Questa distanza tra le fermate garantisce la percorrenza di 200 metri al massimo per raggiungere la fermata.
Il PUMS si pone l’obiettivo di trasferire 440mila spostamenti al giorno (256mila per la città di Bologna) dall’auto o moto privata ad altri mezzi: trasporto pubblico, bicicletta, piedi. Per questo il tram, nel contesto della città di Bologna, viene considerato il mezzo che può superare i limiti di capacità dell’offerta attuale dato che un sistema tranviario moderno può trasportare tra i duemila e i diecimila passeggeri l’ora per linea e per direzione.
Come è stato dimostrato dai progetti di tranvia realizzati in altre città italiane e europee il tram migliora la qualità urbana perché non rappresenta solo l’occasione per la realizzazione di un’infrastruttura di trasporto ma di una riqualificazione urbana lungo l’intero tracciato. Si tratta di marciapiedi, piste ciclabili, verde urbano, la rete dei sottoservizi.
Il tram ha costi di realizzazione e di esercizio decisamente più vantaggiosi rispetto alle metropolitane (tra i 15 e il 40 milioni al chilometro mentre le metropolitane pesanti costano tra i 100 e i 200 milioni al chilometro) e i cantieri sono meno impattanti. Garantisce assenza di inquinamento atmosferico ma presenta un consumo energetico, per posto offerto, inferiore a quello del filobus nonostante entrambi siano alimentati attraverso la trazione elettrica. Il tram garantisce anche un forte miglioramento quanto all’inquinamento acustico e all’impatto delle vibrazioni causate dai mezzi di trasporto.
In Italia il tram è attualmente in esercizio in 12 città: Milano, Torino, Bergamo, Venezia, Padova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Messina, Cagliari e Sassari. Rispetto al resto d’Europa il nostro paese si presenta in ritardo, servirebbe la realizzazione, nelle principali città, di almeno 25 chilometri all’anno di linee tranviarie nei prossimi dieci anni per raggiungere la media europea.

Elementi principali della linea rossa

La linea rossa si snoderà dal capolinea ovest a Borgo Panigale, dove è prevista la realizzazione di un parcheggio scambiatore da 400 posti e un terminal di interscambio con le linee extraurbane, fino alla Facoltà di Agraria al Caab, con un’ulteriore diramazione dalla Fiera al parcheggio Michelino. Sarà lunga 16,5 km, avrà tre capolinea e trenta fermate. Su questa linea sono presenti importanti poli attrattori: realtà aziendali come la Ducati, la stazione del SFM di Borgo Panigale accanto al ponte di attraversamento della ferrovia, l’ospedale Maggiore, il centro storico, la stazione centrale, il distretto fieristico, la zona del Pilastro e la zona della facoltà di Agraria e del Caab. In particolare si prevede che il capolinea della diramazione verso nord della linea sia collocato nel Terminal Area Fiera che coinvolge il parcheggio di interscambio Michelino. Nel tracciato che interesserà il centro storico il tram non prevede la linea aerea di contatto ma sarà alimentato a batteria. Si tratta di una importantissima innovazione, non ancora presente nelle linee attive in Italia, che evita di inserire pali e linee elettriche aeree nel centro storico.
Questa linea trasporterà 80 mila passeggeri nel giorno feriale che potranno salire a 105 mila quando l’intera rete sarà realizzata, assorbendo così il 21% degli spostamenti di trasporto pubblico a Bologna.
Il tram, sebbene circolante in sede propria, convivrà con gli altri mezzi di trasporto e determinerà, in alcuni casi, una rivisitazione dei sensi di marcia.
Per quanto riguarda la riqualificazione urbana che i lavori per la realizzazione della linea rossa porterà con sé si segnala che l’attuale capolinea del 13 in via Normandia verrà eliminato per far posto a una nuova piazza in quello che oggi è lo slargo di via Normandia-via Carlo Pisacane.
Un’altra occasione di riqualificazione è quella offerta dal passaggio del tram in via Riva Reno nel tratto tra via San Felice e via Lame: la realizzazione dei binari dell’infrastruttura potrebbe essere l’occasione per scoprire il canale e la via d’acqua sottostante. Il passaggio del tram in centro, se nel progetto definitivo si optasse per via Indipendenza, sarebbe l’occasione per la pedonalizzazione completa di questa strada in quanto il tram circolerà con bici e pedoni.