«Un’accoglienza che, come stabilisce la legge 132 del 2018 (“decreto sicurezza”), non preveda servizi qualificati di presa in carico e orientamento, rischia di causare una compressione dei diritti della persona accolta». Lo afferma un documento firmato da Agci Solidarietà Emilia-Romagna, Confcooperative Federsolidarietà Emilia-Romagna e Legacoopsociali Emilia-Romagna, al quale hanno aderito circa cinquanta cooperative sociali che si occupano di richiedenti protezione internazionale.

Nella nostra provincia sono 1.430 i migranti attualmente gestiti da sei cooperative sociali. Il documento sostiene che nel nuovo schema di capitolato di gare di appalto riguardante “la fornitura di beni e servizi per la gestione e il funzionamento dei centri di prima accoglienza” non sono previsti servizi quali l’orientamento formativo e lavorativo, l’insegnamento della lingua italiana, il sostegno nell’accesso ai servizi sanitari e sociali, la presa in carico psico-sociale per le situazioni vulnerabili. «Si delinea così un’accoglienza ridotta di fatto a vitto e alloggio. In questo modo – concludono Agci Solidarietà Emilia-Romagna, Confcooperative Federsolidarietà Emilia-Romagna e Legacoopsociali Emilia-Romagna – non si favoriscono l’integrazione e coesione sociale nei nostri territori».

(Andrea Benini, Presidente Legacoop Estense – Carlo Piccinini, Presidente Confcooperative Modena – Mauro Veronesi, Presidente AGCI Modena e Reggio Emilia)