Si mostravano interessati all’acquisto di auto lusso poste in vendita sul web attraverso annuncia di privati con un solo fine: quello di acquisire foto, documenti dell’auto grazie ai quali creavano a loro volto annunci della vendita dell’auto che non disponevano fornendo tuttavia, a riprova della genuinità della vendita, i documenti e le foto che erano riusciti a carpire nella precedente finta trattativa d’acquisto. Grazie a questo geniale escamotage effettuavano vendite “fantasma” “di auto di lusso che commercializzavano a prezzi assolutamente convenienti fortemente sottocosto, del resto per loro era semplice praticare tali prezzi trattandosi di auto lusso inesistenti.

A scoprirlo i carabinieri della stazione di Rubiera che con l’accusa di tentata truffa e sostituzione di persona hanno denunciato alla Procura reggiana 5 catanesi (4 uomini di 62, 30 e due di 37 anni e una donna 40enne).

Ad attivare i carabinieri di Rubiera un 34enne reggiano che su vari siti di annunci nel mese di Dicembre aveva posto in vendita la sua Lotus Exige che commercializzava a 39.000euro. Tra i vari contatti quelli degli odierni indagati che mostratisi interessati all’acquisto chiedevano di poter avere documenti e foto dell’auto. Una volta ottenuti non si facevano più sentire per poi usare il materiale carpito piazzando analoghi annunci per la vendita della Lotus che ovviamente non disponevano e che commercializzavano a 10.000 euro.

Il vero proprietario incidentalmente veniva a conoscenza dell’escamotage grazie a un contatto con un cliente che lo chiamava in relazione alla vendita dell’auto che aveva visto in altro annuncio. Una rapida ricerca sul web lo portava a scoprire che la sua auto era posta in vendita anche da altre persone. Si rivolgeva quindi ai carabinieri di Rubiera denunciando l’accaduto. I carabinieri di Rubiera nel corso delle indagini telematiche ricostruivano l’escamotage architetta grazie al quale veniva posta in essere la vendita fantasma dell’auto identificando negli odierni 5indagati i responsabili del raggiro che alla luce dei fatti veniva  denunciati alla Procura reggiana in ordine ai citati riferimenti normativi violati.