Con la proiezione del film drammatico La rugiada di San Giovanni diretto dal regista reggiano Christian Spaggiari tratto dal libro Il nazista e la bambina di Liliana Manfredi Delmonte e interpretato da Ivana Monti, Ilaria Gelmi, Auro Franzoni, Paola Lavini, Giuseppe Sepe, Cristiana Raggi, Giovanni Funiati e Nicole Ferrari, si conclude domani giovedì 25 aprile alle ore 21.00 la rassegna cinematografica d’essai 2018/2019 dell’Auditorium Enzo Ferrari di Maranello, curata da ATER Associazione Teatrale Emilia Romagna. In occasione della Giornata della Liberazione, l’ingresso è gratuito. Ospiti in sala il regista Christian Spaggiari e la scrittrice Liliana Manfredi Delmonte, che incontreranno il pubblico alla fine del film. La musica del film è di Beppe Carletti dei Nomadi, che interpreta anche una parte nella pellicola.

 

Il film è ispirato a una storia vera e racconta gli avvenimenti occorsi a La Bettola, piccola frazione di Vezzano sul Crostolo (RE) dove, la notte di San Giovanni del 1944, a causa di una rappresaglia nazista, trovarono la morte 32 civili.

La storia racconta la strage della Bettola, fatti realmente accaduti nell’Appennino Reggiano proprio la notte di San Giovanni. Era il 24 giugno 1944 quando i nazisti, dopo la strage di Cervarolo, uccisero 32 civili a la Bettola. Due giorni prima i partigiani avevano provato a far saltare un ponte senza riuscirci, poi tornarono alla Bettola dando vita ad uno scontro a fuoco con i tedeschi in seguito al quale questi tornarono e decimarono la frazione. Tra i sopravvissuti la piccola Liliana Delmonte. Liliana, da adulta, divenuta Liliana Manfredi, ha scritto un libro autobiografico, si intitola “Il nazista e la bambina” perché fu proprio un soldato delle SS a salvarla dopo l’eccidio in cui i nazisti uccisero la sua famiglia. Il soldato trovò Liliana durante una perlustrazione. Aveva la caviglia fratturata. La raccolse da terra e la posò sul ciglio della strada perché qualcuno la vedesse e la soccorresse. La bambina si era procurata la frattura gettandosi dalla finestra durante la strage. Aveva un’amica Liliana. Anche lei sopravvissuta ma lo ha scoperto e l’ha ritrovata tanti tanti anni dopo grazie a due grandi protagonisti di questa storia, il regista e la sceneggiatrice. Perché Christian e Samanta, oltre a scrivere il film il primo con le immagini, la seconda immaginando le scene e i dialoghi, sono entrati nella storia, hanno lavorato tra le carte, ricostruito ogni dettaglio, e tra i simboli più evidenti proprio quella goccia di rugiada, il dettaglio curato dell’inquadratura e della fotografia, che scivola da una foglia, nel giorno di San Giovanni. Anche per le riprese hanno atteso proprio che fosse giugno, che fosse quel giugno, che ci fosse il grano da mietere, che ci fossero gli odori dell’Appennino Reggiano di quei giorni, perché chi guarda il film è proprio questa l’impressione che ha, che arrivino anche i profumi e ed anche il triste odore della guerra attraverso le immagini e i primi piani sapientemente raccontati dalla cinepresa guidata da Christian Spaggiari. (…) Isabella Trovato, da Stampa Reggiana

Info al numero 0536943010 o sulla pagina Fb dedicata.