Non si placa l’ondata di maltempo sulla provincia che ancora una volta è sotto scacco per il pericolo di esondazioni e allagamenti a causa di una primavera “maledetta” segnata violenti temporali con pioggia abbondante, e talvolta grandine, che hanno ormai provocato in tutta la regione milioni di euro di danni alle coltivazioni agricole dopo un inverno caldo e siccitoso. E’ quanto afferma Coldiretti Modena in riferimento alle piogge di queste ore che hanno portato l’attenzione per i corsi d’acqua al massimo livello d’allerta  dopo un inverno in cui sono cadute in Italia 1/3 di precipitazioni in meno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr.

A solo una settimana dal vento forte che divelto le serre di meloni e fragole, nel tardo pomeriggio di sabato è stata la grandine a colpire la bassa modenese nelle zone di Quarantoli, Mirandola, San Possidonio e nel carpigiano, in particolare S. Antonio Mercadello, con danni sui vigneti e sulle pere il cui valore sarà stimabile solo nelle prossime settimane al momento dell’accrescimento dei frutti.

Le piogge e il vento forte stanno sferzando la regione in una stagione particolarmente delicata per l’agricoltura con le semine, le verdure e gli ortaggi in campo e le piante che – sottolinea Coldiretti Modena – iniziano a dare i primi frutti. La grandine è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché i chicchi si abbattono sulle verdure e sui frutteti e – spiega la Coldiretti – spogliano le piante compromettendo i raccolti successivi, dopo un anno di lavoro. Nelle zone interessate dal maltempo sono particolarmente concentrate le coltivazioni di frutta e – precisa la Coldiretti – sono state stese a protezione le reti antigrandine che tuttavia non ancora sufficientemente diffuse.

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.