Lo scandalo legato alla commercializzazione dei diamanti da investimento ha coinvolto quattro principali gruppi bancari del nostro paese (Banca Intesa, Unicredit, Mps e Banco Bpm). Tuttavia, mentre gli altri istituti coinvolti stanno già da tempo rimborsando integralmente i propri clienti ritirando le pietre, Banco Bpm continua a ricercare improbabili soluzioni alternative. Una strada palesemente impervia che sta provocando al gruppo stesso e ai suoi lavoratori un danno di reputazione difficilmente recuperabile, con il conseguente effetto di alimentare un contenzioso legale crescente sia per la banca sia per i lavoratori incolpevolmente coinvolti.

Volge al termine questa prima tornata assembleare, che sta interessando le piazze più colpite dal problema, tuttavia è chiaro e inequivocabile il messaggio che i lavoratori Banco Bpm dell’Emilia-Romagna lanciano: profonda indignazione per essere stati inconsapevolmente coinvolti dall’azienda in uno scandalo che rischia di provocare gravi danni economici ai risparmiatori e, nello stesso tempo, sottolineatura a caratteri cubitali della buona fede dei dipendenti, prova ne sia che spesso i diamanti sono stati acquistati dai colleghi stessi, da familiari e conoscenti.
Al fine di tutelare la propria immagine ed onorabilità, i lavoratori riuniti nelle assemblee hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali di indire quanto prima una mobilitazione di carattere pubblico,a cui invitare anche la clientela coinvolta, per ribadire con forza la necessità che la banca si assuma tutte le sue responsabilità (anche economiche) rispetto a quanto accaduto.
Responsabilità a cui il massimo vertice dell’ azienda non può più sottrarsi, anche per mettere subito un freno all’attuale situazione di conflitto con la clientela. I dipendenti della banca, al pari dei risparmiatori, sono e rimangono delle vittime, tant’è che sovente i ruoli coincidono e si sovrappongono.
Si è andati veramente oltre, occorre scrivere la parola ‘fine’. Ora i dipendenti Banco BPM chiedono alla propria banca una posizione chiara e risolutiva, seppur tardiva. Non è tollerabile che chi svolge il proprio lavoro sia costretto a vivere nell’incubo quotidiano di essere bersaglio di risparmiatori giustamente inferociti.
Un conflitto inaudito e intollerabile tra due vittime della stessa vicenda, due facce della stessa medaglia. Per questo i lavoratori ribadiscono la propria vicinanza ai risparmiatori, auspicando che quanto prima si possa ristabilire quel rapporto di piena fiducia che la vicenda dei diamanti ha colpevolmente compromesso.