A Modena, con una cerimonia nella
sala del consiglio comunale, in occasione della ”Giornata della
memoria”, e’ stata rievocata per la prima volta la figura di
Francesco Vecchione, nato nel 1904 in provincia di Napoli, che
fu capo di gabinetto della Questura nella citta’ emiliana
durante il periodo delle leggi razziali e aiuto’ molti
antifascisti ed ebrei a sfuggire alle persecuzioni.


Vecchione, come Perlasca, riusci’ a salvare dall’arresto e dalla
deportazione nei campi di sterminio gli israeliti ancora
residenti a Modena: pretendeva l’applicazione rigida delle leggi
italiane (che, per esempio, escludevano gli ebrei
ultrasettantenni) e informava, attraverso agenti fidati, coloro
che erano in lista per essere arrestati, mettendoli cosi’ in
condizione di fuggire. Nel 1944 rimise in liberta’ una
cinquantina di persone, tra cui vecchi, donne e bambini, e tre
sacerdoti, arrestati nel corso di un rastrellamento a
Montefiorino. Inviso alla Federazione fascista modenese, fu
incluso in una lista di venti persone che dovevano essere
fucilate. Con la nascita della Repubblica sociale, fu
allontanato dalla Questura, ma rischio’ di essere arrestato e
inviato in Germania. Alla cerimonia di stamane in Comune
(promossa anche dall’Istituto storico di Modena, dalla Comunita’
ebraica e dall’Associazione combattenti e reduci), erano
presenti due figli di Francesco Vecchione, Aldo, oggi preside
all’ universit… La Sapienza di Roma, e Alberto, medico, oltre a
numerose autorita’ e al ministro per i rapporti col Parlamento
Carlo Giovanardi. La figura di Vecchione e’ stata rievocata da
Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto storico modenese,
mentre il sindaco di Modena Giuliano Barbolini ha consegnato ai
figli un riconoscimento alla memoria.
Un’ altra cerimonia si e’ svolta all’ ex campo di
concentramento di Fossoli di Carpi, dove era presente anche
Vasco Errani, presidente della Regione. Filo conduttore di tutti
gli interventi, la necessit… di conservare la memoria come
monito per le future generazione: Errani ha sottolineato
l’esigenza di rendere piu’ facile l’ integrazione per quanti
arrivano da Paesi lontani, eliminando ogni focolaio di contrasto
etnico-sociale. In una cornice di profonda commozione, sono
state lette pagine di Primo Levi, che fu internato proprio a
Fossoli, prima di essere condotto in un lager nazista.