“La riforma Moratti è caotica e costosa. A Modena, per far fronte all’organizzazione della scuola proposta dal Ministro, servirebbero non meno di 39 milioni di euro, circa 75 miliardi di lire, solo in spese per gli immobili, che andrebbero ad aggiungersi ai consistenti investimenti già previsti dal Comune in questo settore. Per non parlare degli enormi problemi che si aprirebbero nelle scuole d’infanzia”.


La critica è dell’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Morena Manfredini, che giovedì scorso è stata a Roma assieme a molti altri amministratori italiani per ascoltare le proposte della Sottosegretaria alla Pubblica istruzione. Una delle principali preoccupazioni del Comune è l'”onda anomala” che si verrebbe a creare – e che durerebbe ben 16 anni – anticipando di sei mesi le iscrizioni dei bambini alla scuola d’infanzia. Andando alla materna a 2 anni e mezzo invece che a 3, e quindi alle scuole dell’obbligo a 5 anni e mezzo, a Modena, solo nelle elementari occorrerebbero circa 50 aule in più rispetto alle attuali, con un costo di circa 13 milioni di euro (22-25 miliardi di lire). “Pensiamo ai problemi che si aprirebbero nelle scuole d’infanzia – aggiunge l’assessore Manfredini – che non sono attrezzate con i locali per fasciatoi, indispensabili per bambini con meno di 3 anni. A questo si aggiunge l’impossibilità per due insegnanti di occuparsi di 25 bambini così piccoli e il conseguente calo di posti nelle sezioni di nuova formazione. Insomma -ribadisce l’assessore- nel complesso servirebbero, solo per gli immobili, non meno di 75 miliardi di lire, soldi ovviamente da reperire nelle tasche dei cittadini modenesi, dato che non vi è alcun segnale di rifinanziamento della legge sull’edilizia scolastica. In questo modo si scaricherebbe di fatto sull’ente locale il costo di scelte nazionale.