C’è anche uno schema su come evacuare in poco tempo un’abitazione o un borgo minacciati da una imponente frana, nel Piano di emergenza per la salvaguardia della incolumità della popolazione realizzato dalla Provincia di Modena, e presentato oggi nel corso del Comitato di protezione civile che si è svolto nella sede dell’ente.


Hanno partecipato i rappresentanti di Prefettura, enti e associazioni e gli amministratori degli 11 Comuni della montagna modenese considerati a rischio idrogeologico: Fiumalbo, Frassinoro, Guiglia, Lama Mocogno, Montefiorino, Montese, Palagano, Pavullo, Polinago, Prignano e Zocca.
Ogni Comune ha a disposizione, d’ora in poi, una banca dati dove sono contenuti, per ogni zona, tutti i dati utili per gestire le emergenze: abitanti di ogni singola casa, la presenza di persone disabili, scuole e ambulatori, i percorsi più sicuri per arrivare alle aree di attesa. Nel piano vengono individuate le fasi di attenzione, preallarme, allarme ed emergenza. A secondo dei diversi livelli di emergenza saranno coinvolti, oltre alla Provincia e ai Comuni, la Prefettura, Comunità montane, Consorzi di bonifica, Vigili del fuoco e Corpo forestale.
Tra i suggerimenti figurano anche semplici comportamenti che possono risultare decisivi per la incolumità delle persone: in caso di allarme occorre staccare l’interruttore centrale dell’energia elettrica, e chiudere la valvola del gas; mantenere la calma e aiutare i disabili e gli anziani; raggiungere a piedi le aree di attesa previste dal piano con indumenti almeno per due giorni; evitare l’uso dell’automobile; usare il telefono solo in caso di necessità. Tornare a casa sono dopo aver verificato il cessato allarme da parte delle autorità.
“Siamo la prima Provincia in regione –afferma Ferruccio Giovanelli, assessore provinciale all’Ambiente– ad aver dotato i Comuni di uno strumento efficace in caso di emergenza frana. Lavoriamo da tempo anche sulla prevenzione e contro il dissesto idrogeologico, ma, come si è visto anche nello scorso inverno, di fronte a forti precipitazioni la nostra montagna risulta a forte rischio; occorre quindi anche perfezionare strumenti di emergenza coordinati a salvaguardia della popolazione”.