Approvato in Consiglio Comunale a Modena, un ordine del giorno della maggioranza di riconferma delle finalità originarie. Non passa la proposta di Rc di trasformare la struttura in un centro accoglienza. Pollice verso anche per un ordine del giorno di Fi.


“Le ragioni e le finalità originarie del Centro di permanenza per clandestini da identificare sono ancora valide, anche se il disegno di legge Bossi-Fini, se approvato, cambierebbe il contesto rispetto alla legge Turco Napolitano, introducendo legittimi elementi di preoccupazione”. Lo ha ribadito ieri la maggioranza in Consiglio comunale a Modena, chiamata a rispondere ad una richiesta netta e precisa di Rifondazione comunista, condivisa anche dall’assessore alle politiche abitative, Alvaro Colombo, di sospendere immediatamente la realizzazione del centro per una successiva trasformazione del manufatto in struttura di accoglienza. Il documento della maggioranza, sottoscritto dai tre capigruppo, Giorgio Pighi dei Ds, Gian Domenico Glorioso dei Democratici e Antonio Maienza dell’Udeur, ha, dunque, chiuso la porta alla proposta di Rc anche se tre consiglieri del gruppo Ds – Mauro Levratti, Greta Barbolini e Leonarda Leonardi – hanno voluto differenziare la loro posizione con un voto di astensione, sintesi della loro “grande preoccupazione sull’uso futuro del centro che il disegno di legge “Bossi-Fini” relega a semplice strumento di detenzione”.