Si accende a Modena la polemica
sulla decisione (assunta il 3 ottobre scorso) di revocare la scorta al professor Marco Biagi, che insegnava Diritto del lavoro alla Facolta’ di Economia e commercio dell’ universita’.
Dagli ambienti della Prefettura viene fatto notare che si era trattato di una decisione ”derivata” da quelle gia’ assunte in precedenza dalle altre citta’ (Roma, Milano e Bologna) nelle quali il professor Biagi era sottoposto a tutela durante i suoi spostamenti. La revoca della scorta era stata decisa durante una riunione fra il Prefetto e il coordinamento delle forze dell’ ordine, incontro che non prevedeva la presenza di amministratori. E su questo punto nasce uno scontro politico.

L’ avvocato Gianpaolo Verna, capogruppo di An in consiglio comunale, sottolinea che ”anche il sindaco fa parte di quella commissione che ha tolto la scorta al prof. Biagi, o quanto meno ne dovrebbe essere stata messa al corrente”. ”Il Comitato provinciale per l’ ordine e la sicurezza pubblica (che non e’ una commissione) non ha mai discusso di problemi legati alle scorte, ne’ del professor Biagi, ne’ di altri soggetti – replica il sindaco di Modena Giuliano Barbolini -. Appare sconcertante che da parte dello stesso ministro dell’ Interno Scajola, in un frangente cosi’ drammatico per il paese, si possa alimentare la confusione tra il ruolo del comitato e la specifica attivita’, propria e coordinata, delle diverse forze di polizia. Sarebbe poi estremamente grave, rispetto al ruolo che deve essere proprio del ministero dell’ Interno – aggiunge Barbolini – se, su un tema come quello delle scorte di personalita’ ritenute potenziali obiettivi di associazioni terroristiche e criminali, emergesse che le decisioni sono state prese in ordine sparso e al di fuori da una valutazione meditata e approfondita, fondata sul complesso delle informazioni disponibili su scala nazionale”.
Sul fronte delle indagini legate all’ omicidio, anche a Modena si cerca di verificare l’ eventuale presenza di un basista che avrebbe potuto segnalare i movimenti del professor Biagi, e in particolare gli orari dei suoi spostamenti dalla Facolta’ alla stazione ferroviaria, dove si era recato anche martedi’ sera, per prendere il treno per Bologna.
Peraltro alla stazione ferroviaria di Modena un impianto completo di videosorveglianza verra’ installato solo nei prossimi mesi, e quindi attualmente non c’e’ una copertura completa della zona. Si dovra’ anche verificare quanto riferito da una addetta delle pulizie che nel pomeriggio di martedi’ stava lavorando all’ interno dell’ universita’. La donna avrebbe casualmente sentito le parole del docente, che era al telefono presumibilmente con un amico o un familiare: nella conversazione, il professor Biagi avrebbe detto di essere preoccupato per la sua incolumita’ personale.