Seguire le lezioni in classe, ma senza la necessità di andare sempre a scuola, utilizzando computer, web-cam e il sistema della videoconferenza. E’ possibile per alcuni studenti di prima superiore residenti nell’alto Appennino modenese grazie a un progetto sperimentale, promosso dalla Provincia di Modena con le risorse del Fondo sociale europeo, che è stato realizzato con la collaborazione degli istituti dei poli di Sassuolo e di Pavullo.

Proprio al progetto Eco -educazione comunicazione on line- è dedicato il convegno “Telematica e didattica: un’intesa possibile” che si svolge mercoledì 8 maggio, alle 9,30, alla Sala dei 150 della Camera di commercio (via Ganaceto 134 a Modena). Dopo gli interventi del presidente della Provincia Graziano Pattuzzi e dell’assessore all’Istruzione Claudio Bergianti, sono previste dimostrazioni di formazione a distanza e relazioni di docenti ed esperti, tra i quali Luigi Guerra, ordinario di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento alla facoltà di Scienza della formazione all’Università di Bologna e supervisore del progetto modenese realizzato da Aleph Zero. Intervengono anche l’assessore regionale a Scuola e formazione professionale Mariangela Bastico, dirigenti scolastici e amministratori dei Comuni interessati. Il progetto Eco ha consentito l’allestimento di aule attrezzate al Don Magnani di Sassuolo e al Cavazzi di Pavullo, mentre in due località dell’alto Appennino (Montefiorino e Montecreto) sono stati realizzati i cosiddetti “poli remoti” dove, con l’assistenza di tutor, i ragazzi della zona alcuni giorni della settimana possono seguire il lavoro della propria classe, partecipare alle esercitazioni e, naturalmente, essere interrogati. “La sperimentazione si rivolge ai ragazzi nell’ultimo anno di obbligo scolastico – spiega Claudio Bergianti, assessore all’Istruzione – e non sostituisce la frequenza, ma permette di evitare alcuni giorni alla settimana il trasferimento a scuola sostituendo il viaggio con i collegamenti a distanza. Attenuare questo disagio contribuisce a contrastare il fenomeno della dispersione e ad ampliare l’offerta scolastica, non limitando la scelta degli studenti ai soli indirizzi disponibili nella zona di residenza “. Le attrezzature rimarranno in dotazione alle scuole anche al termine della sperimentazione, ma il progetto prevede anche l’assistenza e la formazione di insegnanti e tutor, così come lo sviluppo di nuove metodologie didattiche con l’utilizzo di internet. “E’ un’esperienza preziosa anche per gli insegnanti che hanno accettato la sfida dell’innovazione – aggiunge Bergianti – approfondendo l’utilizzo di nuove modalità didattiche”.