Con una appassionata lettura della Lettera al padre di Kafka, sarà Renato Carpentieri, oggi pomeriggio alle ore 16 presso il Teatro della Fondazione San Carlo, a dar voce al quarto appuntamento di VivaVoce.


Quelle di Lettera al padre sono pagine di profonda commozione che coincidono con una lunga, intensa e drammatica autoanalisi psicologica, una confessione autobiografica in cui Kafka, il più celebre interprete dell’angoscia contemporanea, fronteggia la figura del padre, troppo a lungo fuggita e temuta. È il tentativo disperato e doloroso di risalire alle origini di un rapporto difficile e profondamente conflittuale con l’autorità paterna, cieca di fronte ai bisogni di un animo particolarmente sensibile, che ha scelto di vivere appartato e silenzioso seguendo esclusivamente la propria natura e una inclinazione eminentemente letteraria. In queste pagine Kafka, già trentaseienne, ritorna al suo fanciullesco sentire, a una giovinezza tormentata, a un padre lontano, inaccessibile, ostile che non l’ha mai compreso.

Napoletano, architetto di formazione, Carpentieri dal ’75 si dedica interamente al teatro. Socio fondatore del Teatro dei Mutamenti, svolge poi la sua attività come regista, drammaturgo, attore e maestro d’attore.