Un progetto per l’allevamento del suino biologico è stato proposto dalla Provincia di Reggio Emilia. “Puntare sul maiale biologico allevato allo stato brado per aprire una nuova strada alla suinicoltura in Appennino” è l’idea accolta da Marco Prandi, assessore provinciale all’ Agricoltura.

“Stiamo predisponendo per settembre i nuovi bandi – ha annunciato l’ assessore -. Gli agricoltori che percorreranno questa strada saranno incentivati da premi compresi tra 380 e 450 euro/ha, a seconda delle zone”.

“Siccome l’impegno è quinquennale e decorre dalla prossima campagna agraria, il mio invito agli allevatori è quello di considerare questa opportunità sin da ora”.

Prandi ha sottolineato che, per allevare maiali allo stato brado, occorre impiegare linee con caratteri di rusticità e garantire ai capi alcuni ricoveri oppure boschi, macchie e selve, cosa a cui l’ Appennino “si presta benissimo”. Le norme per allevare il suino biologico sono disciplinate dal Regolamento Comunitario 1804/99.

L’ animale deve essere nutrito con alimenti provenienti da agricoltura biologica; al massimo i suini per ettaro possono essere 14; si possono usare incroci industriali, preferibili le razze italiane a mantello colorato; sono vietati gabbie, il taglio della coda e dei denti, l’ impiego di sottoprodotti nell’ alimentazione e si privilegia quello che gli animali possono trovare nel bosco come ghiande e castagne. Infine, è vietato l’uso di antibiotici, sulfamidici e promotori di crescita.