La casa circondariale di Sant’Anna di Modena è il primo carcere dell’Emilia-Romagna a dotarsi di una sala giochi per incontri tra genitori e figli.

L’esperienza pilota è stata ideata dal Comune con l’intervento economico della Regione e si propone di sostenere i bisogni psicologici e affettivi dei bambini da zero a dieci anni e dei loro genitori detenuti.

L’ambiente è una stanza di 22 metri quadrati, utilizzata in precedenza come parlatorio, adattata e arredata dagli architetti comunali Ilaria Braida, Fabrizio Lugli e Magda Spagnoli con la collaborazione della pedagogista Laura Restuccia Saitta, per consentire che gli incontri possano svolgersi in modo naturale e sereno, con occasioni di gioco e di espressione creativa.

“Una sala giochi in un carcere è un piccolo segno di grande civiltà, un modo concreto per dimostrare attenzione ai detenuti e ai loro figli, un’anticipazione di normalità”, sottolinea il sindaco di Modena Giuliano Barbolini. “Il merito è da attribuire alla disponibilità del direttore Paolo Madonna e alla bravura dei tecnici e dei pedagogisti comunali che hanno lavorato a questo progetto con enorme passione”.