Gli italiani sono un popolo di sofferenti, che dichiara di stare peggio rispetto al passato. Lo rileva una ricerca Astra/Demoskopea condotta su un campione rappresentativo, di età compresa fra i 14 e i 79 anni.


”Il dolore più comunemente sofferto – ha detto il sociologo Enrico Finzi, presidente della società – è quello alla testa. Ne soffre infatti il 65% degli italiani, che corrisponde a quasi 31 milioni di persone, con un incremento di 600 mila adulti
nell’ ultimo periodo”.

Le donne sono più frequentemente esposte a questo disturbo,
in particolare se giovani (14-24 anni), residenti al Sud, casalinghe, studentesse o disoccupate.Una percentuale quasi simile (64%) dichiara invece di
soffrire di dolori ai muscoli o alle ossa, con un aumento di 700 mila persone. Ma le accentuazioni del dolore qui riguardano soprattutto le persone oltre i 44 anni, le casalinghe e i pensionati, gli adulti più poveri e meno scolarizzati.

La maggior parte delle donne (56%) invece soffre di dolori mestruali: un dato stabile, che riguarda più le classi sociali medio-bassa e bassa, le donne che lavorano e le studentesse. Il 36% soffre o ha sofferto di mal di denti, un problema più diffuso al sud e in provincia, tra soggetti con la licenza
media, al di sotto dei 55 anni.

Secondo Finzi, ”in generale, è in netto incremento la quota
di popolazione che si lamenta di stare peggio rispetto a tre anni fa, laddove peggio vuol dire stare male più spesso o più intensamente: lo afferma il 44% degli adulti, in particolare al
Sud, i soggetti più poveri e più ignoranti, le casalinghe, i pensionati, i 14-17enni e i 45-79enni”.

Ma l’esperienza del dolore è in ogni caso comune a quasi tutta la popolazione: 41 milioni di persone sull’intero campione considerato, soffrono o hanno sofferto di almeno un episodio
doloroso negli ultimi tre anni. Nella maggior parte dei casi (57%) si è trattato di un’esperienza importante, con una definizione di dolore forte anche se sopportabile. Meno di un terzo invece riferisce di un lieve disagio, mentre l’11% ha
provato un dolore insopportabile. ”Curiosamente – ha commentato Finzi – l’esperienza del dolore più intenso risulta riferito soprattutto dalle donne, dalle persone più povere, meno scolarizzate, residenti al Sud e nelle città di dimensioni medio-grandi”.

Il dolore provoca inevitabili conseguenze sull’efficienza delle persone, in particolare in termini lavorativi. Chi soffre
infatti sospende le normali attivita’: il 20% uno o due giorni al mese; l’11% da 3 a 10 giorni al mese; il 2% da 11 giorni al mese in su, mentre il 67% degli adulti non risulta colpito in maniera invalidante.