La siccità potrebbe causare un ”possibile aumento dei prezzi dei prodotti agricoli. Si tratta però di aumenti che non sono scontati quanto si pensa”. Lo
sostiene la Coldiretti, ricordando però la crescita
dell’inflazione registrata in luglio non e’ imputabile ai generi alimentari, che al contrario hanno registrato una flessione.


Il rapporto siccità-aumento dei prezzi non è così stretto come in molti credono – spiega la Coldiretti – in quanto ad incidere sui prezzi dei prodotti agricoli ci sono tre fattori.

”Il legame siccità- prezzi non è così forte. In primo luogo c’è da considerare che i prezzi di alcuni prodotti agricoli
sono fissati a livello internazionale, quali ad esempio il mais ed il grano”. Questo, ovviamente, fa sì che non si possano verificare cambiamenti repentini, in quanto le decisioni vanno al di là dell’inflazione italiana e sono prese ad un livello superiore.

Il secondo aspetto da tenere in particolare considerazione è il gap fra i prezzi alla produzione e quelli al consumo. ”I prezzi al consumo – aggiunge la Coldiretti – sono da tre a dieci volte superiori di quelli pagati al produttore per la materia prima, in quanto comprendono il confezionamento, il trasporto ed altre voci”.

Terzo ed ultimo elemento da considerare è poi la stagionalità. ”Il 90% dell’uva raccolta ora produrrà vino che i consumatori berranno nei prossimi anni – continua
l’associazione agricola – Quindi gli aumenti saranno spalmati nel tempo. Lo stesso discorso vale per il latte utilizzato per la produzione di formaggi stagionati: dobbiamo tenere presente che il latte ora è pagato agli allevatori meno di due anni
fa”.

Per la Coldiretti, quindi, l’ipotesi di un caro-ortaggi a causa della siccità in autunno non è poi così scontata, ma fare previsioni è difficile, è un pò come fare sei al superenalotto. ”Il vero rischio è che vengano importati prodotti di bassa qualità dall’estero e spacciati come italiani – avverte la Coldiretti, riferendosi al basso costo dei prodotti
provenienti da oltreconfine – perchè non esiste per tutti i prodotti una norma che renda obbligatorio sull’etichetta l’indicazione d’origine della materia prima. Gli unici prodotti per i quali vige anche attualmente questo obbligo sono la frutta
e la verdura anche se presto, a partire da aprile 2004, lo stesso varrà per il latte”.