E’ allarme per lo stato di salute delle foreste italiane. A lanciarlo è il Corpo Forestale dello Stato che mette sotto accusa l’ozono troposferico, gas velenoso che si trova ai livelli bassi dell’atmosfera e che sta gravemente danneggiando il patrimonio boschivo, rallentando la crescita degli alberi e delle foglie e riducendo la vitalità delle foreste.

Le specie più colpite il faggio, l’abete rosso, gli aceri e i frassini soprattutto in molte zone dell’Appennino e in Sicilia, rilevano i dati della campagna di monitoraggio del Cfs nel periodo estivo, presentati oggi a Roma nel corso della Riunione Internazionale del Gruppo degli Esperti dell’Unione Europea e del Programma delle Nazioni Unite organizzata dall’Ispettorato Generale del Corpo Forestale dello Stato.

I dati sono stati raccolti a partire dal 1996 attarverso la rete ‘Conecofor’ (Controllo degli ecosistemi forestali) in 30 aree ‘sorvegliate speciali’, rappresentative di tutti i principali ecosistemi forestali presenti sul territorio nazionale.