Vola verso quota un milione il numero di siti web, o domini, che sono tutto ‘made in Italy’. E il nostro Paese รจ il terzo in Europa, dopo Germania ed Inghilterra, per numero di siti nazionali.

Lo dice la
statistica elaborata dal Cnr attraverso la Registration Authority, organismo dell’Istituto di informatica e telematica dello stesso Consiglio nazionale delle ricerche, quello che assegna i domini a targa “it”.

L’Istituto, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha realizzato la prima statistica sullo stato di salute del mercato dei domini.it, tracciando cosi’ una “fotografia” della diffusione di Internet nel Paese. Viene fuori cosi’ che l’Italia compie passi da gigante in questa direzione, anche se la coppia Germania-Inghilterra appare irraggiungibile, con rispettivamente 7 milioni e 4,5 milioni di nomi a dominio nazionale.

Italia dunque ben messa nella
rivoluzione mediatica, anche se non mancano i forti squilibri tra aree ricche e aree povere. E peraltro il divario tecnologico – il cosiddetto “digital divide” – tra chi ha accesso alle informazioni e chi ne e’ privo sembra manifestarsi anche all’interno delle macroaree piu’ ricche. In Lombardia, ad esempio, Milano – che e’ la capitale nazionale delle registrazioni di domini, davanti a Bolzano – deve registrare le mediocri performance di Pavia, Sondrio, Cremona e Lodi. E altri esempi del genere sono il Lazio, dove solo Roma tiene testa al Nord industrializzato, e la Toscana. In quest’ultima, mentre Firenze, Prato e Siena contribuiscono al buon risultato regionale collocandosi rispettivamente al terzo, quinto e decimo posto tra le province italiane, ecco che Grosseto e Massa Carrara, con il loro quasi sessantesimo posto, affondano implacabilmente una media che altrimenti sarebbe stata da primato.

La rilevazione dell’Istituto del Cnr dice anche che come e’ vero che Internet trovi terreno fertile laddove si concentra il reddito, a testimonianza del fatto che la rete web sia anche un modello di business e di crescita economica, e’ altrettanta vera l’importanza assunta dall’infrastruttura telematica nella veste di mezzo di comunicazione senza frontiere. E la prova sta nella crescita del numero di registrazioni promosse da privati cittadini – chiunque, anche chi scrive, puo’ richiedere l’assegnazione di un dominio chiuso poi dal suffisso “.it” – e da associazioni. C’e’ addirittura uan classifica speciale dell’Internet fai da te, e a primeggiare e’ il Lazio, davanti a Lombardia e Toscana.

E il futuro? E’ rappresentato dalle registrazioni a dominio “.eu”, identificativo dei siti europei. L’Unione Europea ha assegnato la gestione del registro comunitario al consorzio Eurid, di cui L’Istituto di informatica e telematica del Cnr e’ componente. Registrare un sito, rileva Franco Denoth, direttore dell’Iit-Cnr, costera’ circa 10 euro, ma bisognera’ aspettare il secondo semestre 2004 prima di poterlo fare con regolarita.