Manca un giorno dal Natale sale la febbre da cenone e fioccano le ricette ideate dagli agriturismo
made in Italy. Sono sempre di più gli italiani che, anche quest’anno, hanno scelto di trascorrere le feste in campagna perchè puntano – rileva la Confagricoltura – alla qualità, intesa come valorizzazione della tipicità del territorio nella
ristorazione, nell’ospitalità, nella cultura e nelle
tradizioni.


I menù proposti dalle aziende agrituristiche sparse sul territorio italiano sono prevalentemente preparati con prodotti aziendali o di laboratori artigianali della regione e presentano piatti della cucina tradizionale locale che aiutano l’ospite ad
essere guidato alla scoperta della cultura, delle radici e delle specialità delle varie regioni italiane.

Per fare solo qualche
esempio – indica la Confagricoltura – si va dalla Mousse di squacquerone con pesto di rucola (tipica della regione Emilia Romagna), alla Polentina morbida con fegatini, radicchio trevigiano e grappa preparata nelle aziende agrituristiche del
Veneto, passando per la minestra maritata fatta in Campania.

Si tratta solo di alcune ricette anticipa la Confagricoltura – che saranno proposte dai ‘Ristori agrituristici conviviali’ nelle aziende dell’Organizzazione, durante le feste.
”Chi deciderà di mangiare o soggiornare in un nostro
‘Ristoro agrituristico conviviale’ – ricorda l’organizzazione agricola – avrà abbracciato la filosofia di vita che sta alla base dell’agriturismo: ricevere ospitalità da agricoltori, felici di fare gli onori di casa e presentare tradizioni e specialità della propria terra. Un qualcosa di più rispetto
all’agriturismo tradizionale”.

Per diventare ‘Ristoro agrituristico conviviale’ la prima regola risiede in quella semplicità contadina, sinonimo di qualità e rigore, che deve riflettersi negli arredi, tovaglie, piatti e bicchieri, ma anche nel numero degli ospiti che non dovrebbero mai superare i 50 posti a tavola; inoltre viene indicato con chiarezza nel menu il prodotto che non proviene dall’azienda.