Il volume di informazioni agroalimentari trattato dai media è decisamente alto, ma i consumatori chiedono un impegno informativo ancora più
puntuale. Questa, in sintesi, la conclusione del Primo rapporto sull’informazione alimentare promosso dal ministero delle Attività produttive ed Indicod-Ecr, con la collaborazione di Federalimentare Servizi, che è stato presentato stamani alla presenza del ministro Antonio Marzano.


Dal rapporto, realizzato attraverso il monitoraggio continuo di cinque mesi dei principali media integrato da un ciclo di focus group con i consumatori, emerge che Tv e giornali trattano
l’argomento in maniera molto diversa.

Le televisioni, infatti, tendono a ”spettacolarizzare” l’informazione alimentare, fermandosi molto alla superficie dei problemi: in particolare, se ne parla soprattutto nelle rubriche (22%) e nei talk show
(20%), mentre solo l’8% viene veicolato attraverso i Tg. Tra le reti spicca RaiUno con il 53% dei servizi trasmessi.

I quotidiani, viceversa, hanno ”un approccio molto più ragionato”. Tra gli argomenti maggiormente trattati, spiccano la qualità e la sicurezza dei prodotti con il 56% e la
specificità dei cicli produttivi con il 65%.

Quanto ai periodici, l’offerta informativa sembra collocarsi a metà strada tra le altre due: se il 98% dei servizi presenta un taglio giornalistico è possibile trovare all’interno di tali
spazi interventi di specialisti (nell’81% dei casi) o sforzi di approfondimento.

Sul fronte dei consumatori, infine, mentre un 32% si dichiara
decisamente soddisfatto delle informazioni ricevute, il 29% si definisce moderatamente soddisfatto e il 38% per nulla. In particolare, dai consumatori arriva la richiesta di ‘legittimità etica’ delle aziende alimentari. Alle istituzioni,
invece, i consumatori chiedono un maggiore impegno per favorire una ‘cultura alimentare’ diffusa.